Emilio Solimene ucciso a Caivano. Bimbi a scuola: “Si sapeva che doveva morire”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2014 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Emilio Solimene ucciso a Caivano. Bimbi a scuola: "Si sapeva che doveva morire"

Il Parco Verde a Caivano

NAPOLI – “Nel quartiere tutti sapevano che quello là doveva morire”: i bambini della scuola elementare del Parco Verde di Caivano, rione popolare di Napoli, hanno commentato così l’omicidio di Emilio Solimene, 25 anni, freddato con due colpi di pistola alla testa a mezzogiorno di lunedì 13 ottobre accanto alla sua moto, vicino all’unico bar della zona, di fronte alla scuola e alla parrocchia.

Un omicidio di camorra atteso da tutti, persino da dei bambini, come spiega Marco Di Caterino del Mattino:

“che Emilio Solimene fosse un «morto che cammina» lo sapevano anche le forze dell’ordine. La vittima, infatti, era in stretta amicizia con Gennaro Amaro, il pregiudicato ucciso il 9 agosto scorso in uno dei cortili del parco Verde, tra decine di bambini che giocavano a pallone.

La chiave di lettura di questi due ultimi delitti porterebbe gli inquirenti a ipotizzare che Emilio Solimene e Gennaro Amaro, sarebbero stati coinvolti nell’omicidio del giovane ras della droga Mattia Iavarone, genero di Rosa Amato, detta «Rosetta ’a terrorista», alleata con il clan Ciccarelli, ucciso nel tardo pomeriggio del 25 aprile scorso a Cardito, sulla strada del ritorno da un summit di camorra tenuto ad Afragola”.

Vittima di una vendetta tra camorristi, quindi. Solimene è stato subito portato all’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, ma è arrivato già morto.

I bambini che hanno sentito gli spari, del resto, sono ormai abituati a quel rumore. In quella scuola andava anche Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni trovata agonizzante in cortile. Qui è arrivato il rumore degli spari che hanno ucciso Solimene. E quando i bimbi hanno sentito che era lui, il morto, hanno commentato, lucidi:

“Ma nel quartiere tutti sapevano che quello là doveva morire”.