Nave Diciotti, Matteo Salvini indagato: atti alla Procura, poi tribunale dei ministri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2018 - 18:19 OLTRE 6 MESI FA

Nave Diciotti, Matteo Salvini indagato: atti alla Procura, poi tribunale dei ministri

PALERMO – Matteo Salvini, vicepremier e ministro degli Interni, è stato iscritto nel registro degli indagati dai pm di Agrigento per la vicenda della nave Diciotti a Catania. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Anche Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministro e prefetto, è stato indagato. I reati contestati ad entrambi sono di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Ma cosa succederà ora?  Gli atti saranno prima trasmessi alla procura di Palermo dai pm di Agrigento e poi al tribunale dei ministri, che ha la competenza sull’inchiesta dato il coinvolgimento di un esponente del governo.

L’Ansa spiega che gli atti saranno trasmessi il prossimo mercoledì 29 agosto dai pm di Agrigento, titolari dell’inchiesta, alla procura di Palermo. La trasmissione degli atti al tribunale dei ministri dovrà avvenire entro 15 giorni dalla ricezione della carte dalla Procura di Agrigento.

L’organo collegiale ad hoc, composto dai gip Fabio Pilato e Filippo Serio e dal giudice del tribunale fallimentare Giuseppe Sidoti, estratti a sorte come prevede la legge, ha 90 giorni, compiute le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, per decidere se archiviare o trasmette gli atti alla Procura perché quest’ultima chieda l’autorizzazione a procedere al Senato visto che Salvini è un senatore. Il tribunale dei ministri ha poteri istruttori e potrà dunque ascoltare testimoni, interrogare gli indagati, acquisire documenti.

Piantedosi alla notizia dell’iscrizione del registro degli indagati si è detto assolutamente “sereno, tranquillo e determinato”. Il capo di gabinetto di Salvini afferma di non essere “turbato” dall’indagine del pm di Agrigento. Il suo rapporto con Salvini, professionale e umano, come hanno rivelato fonti a lui vicine all’Ansa, non è in discussione e si è addirittura rinforzato. Piantedosi è convinto che sull’affaire Diciotti non sia stata violata alcuna norma.

Intanto i prefetti dichiarano di avere rispetto per le indagini e la magistratura, ma che sono fiduciosi dell’insussistenza del reato. Antonio Corona, presidente ap-associazione prefettizi, dopo aver appreso la notizia ha commentato: “Massimo rispetto per l’operato della magistratura e fiducia che, nel prosieguo della vicenda giudiziaria, sia acclarata la assoluta insussistenza di ipotesi di reato. Lo si auspica vivamente, non per prendere aprioristicamente le parti dell’uno e dell’altro, o per trovare un qualche spazio in un dibattito, troppo spesso alimentato da meri intenti polemici, dal quale si intende rimanere completamente estranei”.

E ha aggiunto: “Lo si auspica piuttosto perché, al di là degli aspetti umanitari che interrogano senza sconti sensibilità e coscienza di ognuno, a torto o a ragione potrebbe altrimenti diffondersi la percezione che l’attuale quadro normativo, interno e internazionale, non offra adeguate risposte alla esigenza di garantire la frontiera meridionale marittima nazionale e dell’Unione Europea dalla arrogante prepotenza di quanti non si preoccupano certo di leggi e diritti delle persone, non facendosi scrupolo, per i loro traffici indegni, di usare i migranti, non importa se siano essi uomini, donne, bambini, come autentici scudi umani”.

Per l’Associazione dei prefetti, “specie in tal caso, la risposta sta e rimane comunque alla politica, a una politica che non si perda appresso a scaramucce dialettiche e luoghi comuni ma che sappia viceversa individuare, ove ritenuti occorrenti, soluzioni che coniughino il dovere di assicurare la effettiva salvaguardia degli interessi primari del Paese con, in questo caso, la tutela delle persone costrette a cercare lontano dalle proprie case, dai propri affetti più cari, una legittima speranza di dignità e di vita. Guai a scaricare su Ministri e dirigenti di turno lacune normative e questioni irrisolte nelle competenti sedi, siano esse a Roma, a Bruxelles, altrove. Ministri e dirigenti di turno chiamati a fare serenamente fino in fondo e al meglio il proprio dovere nei riguardi della intera comunità nazionale, che a tal fine dispongano degli strumenti occorrenti e non siano viceversa lasciati a operare in balia di irrisolte incertezze giuridiche. È chiedere troppo?”.