Milly Carlucci prosciolta: “Non diffamò Barbara D’Urso e ‘Baila’”

Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Milly Carlucci (Foto Lapresse)

ROMA – “Quel programma è una patacca, un falso”. Così si era espressa Milly Carlucci, conduttrice di “Ballando con le stelle in Rai”, sul programma di breve fortuna Mediaset, “Baila“, condotto da Barbara D’Urso. E ora, per quella frase detta a caldo dopo una sentenza civile che riconosceva l’eccessiva somiglianza tra i due programmi, Milly Calrucci è stata assolta. La D’Urso e Rti, infatti, l’aveva querelata per diffamazione, ritenendo che quel giudizio fosse infamante.

Il gip di Roma Tiziana Coccoluto ha accolto le argomentazioni della procura che aveva sollecitato l’archiviazione del procedimento. La querela costituiva uno strascico del contenzioso in sede civile al termine del quale era stato riconosciuto che ‘Baila’ era troppo somigliante a ‘Ballando con le stelle’. Da qui la dichiarazione di plagio. Milly Carlucci, parlando del programma che doveva essere condotto dalla D’Urso, lo equiparò alle ”borse false e alle patacche di orologi”, suscitando il risentimento e l’azione penale per diffamazione da parte di quest’ultima e della Rti. Nelle motivazioni all’archiviazione del procedimento, il gip scrive che ”nel tentativo di tradurre in termini di uso comune il concetto giuridico di plagio contraffattorio, peraltro su diretta sollecitazione della conduttrice, Milly Carlucci, ha utilizzato una similitudine acquisita dalla vita quotidiana, paragonando il prodotto plagiante alle ‘patacche, borse false, orologi’, cose che sono fatte ad Hong Kong, con ciò limitandosi a tradurre in linguaggio di immediata percezione una circostanza analizzata con precisione dall’ordinanza cautelare, di cui peraltro aveva letto alcuni passaggi testuali poco prima”.

Per il gip ”le modalità di trattazione della vicenda e le specifiche espressioni utilizzate dalla odierna indagata consentono di ritenere ampiamente rispettati i canoni di operatività del corretto esercizio del diritto di informazione prima e di critica poi, senza che possano ravvisarsi residui margini di lesività dell’onore e della reputazione del destinatario-categoria da cui deve escludersi la signora D’Urso che aveva il ruolo di conduttrice e non di coautrice del programma”.