Delitto dell’Olgiata (Roma): debiti e licenziamento il movente del domestico filippino

Pubblicato il 31 Marzo 2011 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nuovi sviluppi sull’omicidio dell’Olgiata. Un debito di un milione e mezzo e il rancore per essere stato licenziato, questo, secondo gli investigatori, il movente del delitto, un giallo che dopo quasi vent’anni ha trovato un colpevole: l’ex domestico filippino Winston Manuel Revel, 41 anni, due figlie (una delle quali porta il nome di Alberica, la contessa uccisa nella sua villa dell’Olgiata il 10 luglio 1991) fermato dal pm Francesca Loy nel tardo pomeriggio di martedì.

La convalida del fermo è stata già chiesta dalla procura e deve arrivare entro le prossime 48 ore. Motivo: pericolo di fuga. “Nelle Filippine non c’è trattato di estradizione con l’Italia – spiega il colonnello Maurizio Detalmo Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri – se la notizia fosse trapelata Manuel Winston avrebbe potuto riparare in patria, visto che ha la doppia cittadinanza”.

A incastrare l’ex domestico è stata una macchia di sangue rilevata, in seconda battuta, sul lenzuolo. Il test del Dna ha dato un risultato inequivocabile. Il filippino era stato assunto in sostituzione di una connazionale qualche mese prima ma i rapporti con la contessa Alberica Filo della Torre erano stati sempre piuttosto burrascosi. L’uomo aveva chiesto del denaro in prestito senza mai restituirlo e la nobildonna, a metà di aprile, l’aveva licenziato.

L’inchiesta sul delitto dell’Olgiata fu riaperta nel gennaio 2007 su richiesta dell’avvocato Giuseppe Marazzita, che assiste l’ex marito della vittima, il costruttore Pietro Mattei. Gli accertamenti scientifici si conclusero con un nulla di fatto e due anni dopo la procura chiese una nuova archiviazione. Il legale si oppose e riuscì a ottenere altri test. I carabinieri del Ris hanno esaminato 51 macchie di sangue sul lenzuolo con cui era stato fasciato il viso della vittima. Cinquanta, di color rosso scuro, erano della vittima. L’ultima, più sbiadita e mista a siero, uscita da un’abrasione al gomito, apparteneva a Winston “senza ombra di dubbio”.