D’Addario vs Gianpi e Began: “Chiamata escort per colpa loro. Voglio i danni”

Pubblicato il 13 Dicembre 2012 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
Patrizia D’Addario (foto Lapresse)

BARI – Patrizia D’Addario ritiene di essere stata danneggiata da Gianpaolo Tarantini e Sabina Began: “Mi hanno attaccato l’etichetta di escort addosso”. La donna si è costituita parte civile nel processo sui presunti “festini” organizzati nelle residenze di Berlusconi.

Davanti al gup del Tribunale di Bari Ambrogio Marrone, è cominciata l’udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di otto imputati: tra gli imputati ci sono Gianpi e Claudio Tarantini, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.

La vicenda è quella delle “escort” portate dall’imprenditore Tarantini, tra il 2008 e il 2009, alle feste organizzate nelle residenze private dell’allora premier Silvio Berlusconi. Di queste escort solo la barese Patrizia D’Addario, che con le sue rivelazioni ha sollevato lo scandalo, è stata presente in aula proprio per la sua decisione di costituirsi parte civile.

Oltre ai fratelli Tarantini, i pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia hanno chiesto il processo per la tedesca Sabina Began, la cosiddetta “Ape regina” delle feste di Berlusconi, per le showgirl Letizia Filippi e Francesca Lana, l’avvocato fasanese Salvatore Castellaneta, detto Totò, referente – secondo l’accusa – per l’organizzazione delle feste private a Milano, e per gli amici e soci in affari di Tarantini, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia.

A quattro degli otto imputati è contestato il reato associativo: Gianpaolo Tarantini, Castellaneta, Faraone e Verdoscia. Tarantini come promotore e organizzatore, gli altri come partecipi. Ventuno gli episodi contestati dal settembre 2008 al maggio 2009, in cui vengono citate le 25 escort della scuderia di Tarantini.