Villa Adriana, discarica della discordia del post Malagrotta. Governo diviso

Pubblicato il 24 Maggio 2012 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA
monti

Mario Monti (Lapresse)

ROMA – Nonostante non sia ancora in funzione e non si sa se mai lo sarà, quella di Corcolle è già la discarica della discordia. Il governo si divide sul sito che dovrà ospitare la discarica post Malagrotta e intanto a Roma si avvicina l’incubo “monnezza” come a Napoli, perché -se non si trova una decisione – il rischio è che i rifiuti vadano spediti in Olanda.

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha dato il suo sostegno al prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro, una sorta di investitura ufficiosa per l’apertura del sito di 700 metri della zona vicino a Villa Adriana a Tivoli. Il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi però si è opposto: “Per il bene del Paese Villa Adriana non può essere sfregiata”, ha detto.

Dal 1999 per l’Unesco Villa Adriana è patrimonio dell’Umanità e con una discarica di rifiuti vicino perderebbe lo status anche se, stando ai numeri snocciolati da Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, da quando ha il bollino il sito ha perso il 42% dei visitatori paganti.

Il pasticcio della discarica da fare o no finisce così su tutti i giornali e scuote il governo. E’ di ieri pomeriggio, 23 maggio, la nota di Palazzo Chigi:  “La Presidenza del Consiglio dei Ministri -comunica che, con nota indirizzata ieri dal Sottosegretario di Stato Antonio Catricalà al Prefetto Pecoraro, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha confermato la propria fiducia al Commissario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale nella provincia di Roma e gli ha richiesto di portare avanti nell’esercizio pieno dei suoi poteri il mandato conferitogli dal precedente Esecutivo”. E proprio Pecoraro ha scelto scelto Corcolle come discarica di Roma.

Non si sono fatte attendere le reazioni: “Ero e rimango contrarissimo” ha detto il ministro Ornaghi, che ha dovuto constatare le dimissioni, per protesta, dell’ex presidente del Consiglio superiore dei beni culturali Andrea Carandini che ha dato il suo addio tuonando: “Esistono limiti di tolleranza. Questa è la goccia del mio vaso”.  Ornaghi ha aggiunto: “Non possiamo permetterci un’ondata di legittime critiche internazionali. Per il bene del Paese, Villa Adriana e il suo ambiente storico-naturalistico non possono essere sfregiati”. E ha rincarato la dose anche a 24 ore di distanza in un’intervista a Repubblica: “Se insistono nel voler localizzare a Corcolle una discarica, troveranno un ministro piu’ disponibile. Io non ci sto. Non posso ignorare i vincoli imposti sull’area dalla Soprintendenza. Ne’ possiamo permetterci un’ondata di critiche internazionali. Villa Adriana e il suo ambiente non vanno sfregiati. Si deve passare per una conferenza di servizi. Altri ministri sono perplessi. Non vorrei addossare al governo ulteriori affanni, le dimissioni si danno nei momenti facili” ma “c’è un limite che non può essere superato”.

Parole durissime, come quelle dell’Idv, del Sel. Ci sono poi gli 77 europarlamentari di diversi Paesi, su iniziativa di Guido Milana (Pd), hanno inviato una lettera di protesta al premier. primi firmatari Santo Versace (Misto), Flavia Perina (Fli), Ermete Realacci (Pd) e Roberto Rao (Udc), inviata al presidente del Consiglio Mario Monti. “Con la comunicazione inviata ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà al prefetto Giuseppe Pecoraro – si legge nella missiva – è stata rinnovata la fiducia al Commissario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale nella provincia di Roma, confermando altresì la volontà di realizzare il progetto della discarica nel territorio di Corcolle, area di inestimabile valore, che include a poche centinaia di metri di distanza il sito storico di Villa Adriana, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Questa decisione – proseguono i parlamentari firmatari della lettera – ha spinto il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, Andrea Carandini, a presentare le proprie dimissioni e ha suscitato la netta ed esplicita contrarietà dello stesso ministro Lorenzo Ornaghi. Alla luce di queste reazioni, appare evidente che la scelta di Corcolle è incompatibile con il valore storico, culturale, sociale e ambientale dell’area. A fronte di una situazione difficile, che vede il settore dei beni culturali normalmente sacrificato per esigenze di bilancio, la realizzazione di una discarica nei pressi di Villa Adriana comporterebbe una distruzione di valore anche dal punto di vista economico e non solo per l’area direttamente interessata all’intervento. Confidando sulla Sua sensibilità – concludono i firmatari della lettera al premier – Le rivolgiamo un appello perché la scelta di costruire la discarica a Corcolle sia riconsiderata alla luce di motivazioni di buon senso e di “buon governo”.

La questione della discarica di Corcolle va “discussa in Consiglio nei ministri”, ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino: “In ogni caso, concordo con il ministro dell’Interno Cancellieri sull’opportunità che la questione della discarica di Corcolle sia discussa in Consiglio dei ministri, cosi da valutare tutti gli aspetti su cui si sono pronunciati i colleghi Ornaghi e Clini. Sono infatti convinta che un approfondimento collegiale darà, se possibile, piu peso e forza all’azione del prefetto Pecoraro”.

Secondo Pecoraro invece Corcolle sarebbe il posto giusto perché, sulla base di uno studio dell’Università di Tor Vergata, sarebbe da considerarsi la migliore possibile per il sito provvisorio che dovrà sostituire la maxidiscarica di Malagrotta.

Stando poi a quanto scrive l’Ansa Pecoraro sarebbe fortemente motivato a fissare, per la ditta che allestirà e gestirà la discarica dopo la gara di assegnazione, solidi vincoli che impongano progetti di riqualificazione per il ‘post mortem’ del sito quando esaurirà la sua funzione. Ma è il “pre mortem” ad accendere la rabbia di comitati e ambientalisti: la fascia di rispetto di Villa Adriana è a soli 700 metri, spiega Legambiente, ma soprattutto ”sotto il sito c’è il condotto dell’Acqua marcia che porta l’acqua a Roma” e ”la falda sotterranea” che alimenta i pozzi di Acea, cioè i rubinetti della Capitale. Sono gli appunti che al progetto Corcolle oppose l’altro ministro contrario, cioè il titolare dell’Ambiente Corrado Clini. E sono i punti sui quali si concentra la nota di Palazzo Chigi dove si parla esplicitamente del ”convincimento che il commissario saprà salvaguardare con le opportune opere le falde, ed evitare altre forme di inquinamento assicurandosi che nella discarica venga depositato solo materiale già trattato”.