Disastro di Chernobyl, il 26 aprile è l’anniversario della catastrofe nucleare: radiazioni, morti, tumori, cosa resta dopo 35 anni

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 26 Aprile 2021 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Disastro di Chernobyl, il 26 aprile è l'anniversario della catastrofe nucleare: radiazioni, morti, tumori, cosa resta dopo 35 anni

Disastro di Chernobyl, il 26 aprile è l’anniversario della catastrofe nucleare: radiazioni, morti, tumori, cosa resta dopo 35 anni (Foto Ansa)

Il 26 aprile è l’anniversario del disastro di Chernobyl. La catastrofe nucleare che più di ogni altra ha plasmato l’immaginario collettivo. L’espolosione di un reattore nella centrale in Ucraina portò una nuvola di radiazioni a spasso per l’Europa. Con conseguenze disastrose per l’allora Unione Sovietica e non solo. 

Adesso che sono passati 35 anni da allora l’area è stata bonificata e a Chernobyl arrivano i turisti. E sulla vicenda è stata girata anche una serie tv di successo.

Disastro di Chernobyl: i liquidatori mandati dall’Unione Sovietica

In quattro anni l’Urss mandò oltre 600 mila liquidatori per liquidare le conseguenze del disastro, esponendoli a forti dosi di radiazioni con una protezione minima. Piloti di elicotteri inviati a gettare tonnellate di sabbia e piombo sopra il reattore numero 4. Reattore esploso per un errore umano durante un test di sicurezza, sprigionando elementi radioattivi di una intensità equivalente ad almeno 200 bombe di Hiroshima. E dispersisi in un’area di oltre 200 mila kmq.

Ricevevano pillole di iodio, una pomata antiradiazioni e una nuova uniforme dopo ogni missione, al termine della quale dovevano lavarsi. Idem per i liquidatori mandati nel reattore con protezioni minime. Ci stavano tra 25 e 60 secondi, ma spesso quei secondi erano letali.

In Russia ne sono rimasti 150 mila ed hanno pensioni mensili dai 2500 rubli (62 euro) a 500 mila rubli (12.500 euro). Importi che variano a secondo del tempo di esposizione. Sono gli eroi sopravvissuti di una tragedia che tutti pensavano non potesse ripetersi.

Chernobyl, che fine hanno fatto i reattori?

Chernobyl fu frutto di un errore umano in una centrale senza adeguati sistemi di sicurezza. Ma l’ultimo dei suoi quattro reattori è stato chiuso definitivamente solo nel dicembre 2000. Il reattore di Cernobyl fu coperto in sei mesi con un involucro provvisorio di cemento, rinforzato alcuni anni fa.

Chernobyl, morti e effetti delle radiazioni

Un’altra lezione mancata è quella medico-scientifica sulle vittime e gli effetti di Chernobyl. Ancora oggi, il bilancio suscita ancora controversie. Le autorità ucraine stimano che un totale di 5 milioni di persone abbia sofferto le conseguenze della tragedia. Per Greenpeace il numero varierebbe da 100 mila a 400 mila.

Nel 2005 alcune agenzie dell’Onu (tra cui l’Oms) hanno indicato che sono morte 4000 persone. Ma l’Unscear, la commissione scientifica dell’Onu per gli effetti delle radiazioni nucleari, riconosce solo 31 vittime dirette dell’incidente, tra operatori e pompieri. E fissa a 6000 i casi di cancro alla tiroide (di cui 15 mortali), riconoscendolo come unica conseguenza diretta del disastro. Ma il problema è che è mancato lo screening sanitario. 

Ma ancora non è chiaro quale sia il numero di persone morte a causa del disastro nucleare di Chernobyl. Come rileva il ‘New Scientist’, gli studiosi non riescono a trovare un accordo sulle cifre.

Quello che si sa per certo è che due persone morirono immediatamente per l’esplosione dell’impianto, e altre 29 in ospedale nei giorni seguenti. Ma l’impatto a lungo termine delle radiazioni è più  difficile da quantificare. Acuni gruppi ambientalisti parlano di numeri a sei cifre.

Jim Smith, fisico ambientale dell’università di Portsmouth, preferisce riferirsi a uno studio del 2006 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, che ha previsto che il disastro di Chernobyl causerà entro il 2065 16.000 casi di cancro alla tiroide e 25.000 altri tipi di tumore.

Gli effetti di Chernobyl sulla tiroide

Alcune delle conseguenze sulla salute fisica di coloro che sono stati colpiti cominciano a delinearsi. Ma molto deve essere fatto ancora per capire soprattutto quelle psicologiche.

“La tragedia ci ha dato un’opportunità unica per verificare gli effetti dell’esposizione alle radiazioni – spiega Gerry Thomas dell’Imperial College di Londra – una prima osservazione che può essere fatta è che ci si aspettavano molti casi di leucemia, che invece non si sono verificati, mentre c’è stata una drammatica ascesa di tumori della tiroide soprattutto nei bambini”.

Le cifre sugli effetti del disastro sulla salute sono divergenti. Un rapporto dell’Onu ha stimato in circa 4mila i casi di cancro della tiroide direttamente ricollegabili alle radiazioni. Mentre per gli altri tumori solidi l’aumento
dell’incidenza stimato è del 3%. Anche se gli esperti ammoniscono sul fatto che è difficile valutare l’impatto correttamente a causa del fatto che i tumori si manifestano dopo molti anni e anche per cause legate allo stile di vita peggiore dopo l’incidente. Alcune associazioni ambientaliste hanno contestato questi dati, giudicandoli sottostimati.