Libia, la diretta: il regime denuncia “civili uccisi”. Bombardamenti su Tripoli

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA

TRIPOLI – Continuano i combattimenti in Libia. Da un lato le incursioni aeree delle forze armate della coalizione anti-Gheddafi, dall’altro gli scontri tra i miliziani del regime del dittatore libico e gli insorti. Alcuni ufficiali dell’esercito fedele al leader libico Muammar Gheddafi hanno mostrato ai giornalisti presenti a Tripoli 18 corpi carbonizzati, in un ospedale della capitale. Secondo quanto riferito, si tratterebbe di militari e civili rimasti uccisi nei bombardamenti compiuti oggi dalle forze della coalizione internazionale. Secondo il regime, sarebbe stata colpita Tajura, un sobborgo “residenziale” di Tripoli: “I bombardamenti dell’aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili”, ha fatto sapere l’agenzia ufficiale Jana. Gli alleati hanno compiuto 175 missioni aeree in 24 ore, 113 delle quali compiute dagli americani. Mercoledì un attacco delle forze alleate aveva colpito ad Ajdabiya uno dei bunker di Gheddafi.

Ore 20:58 – ”Non posso escludere che ci siano state vittime civili ma posso assicurare al cento per cento che stiamo lavorando con una precisione chirurgica su queste azioni proprio per poter proteggere i civili”. Lo ha detto il generale americano Carter Ham, comandante dell’Us Africa Command, che coordina le operazioni in Libia, nel corso della conferenza stampa nella base militare di Sigonella.

Ore 20:44 – Nuovi attacchi aerei hanno colpito zone militari e aree residenziali a Tripoli e nel sobborgo di Tajoura. Lo ha riferito la tv di Stato libica. La contraerea è entrata in azione intorno alle 21:00 locali (le 20 italiane) e dal centro di Tripoli è stata avvertita almeno un’esplosione. Due esplosioni sono state udite anche a Tajoura, che dista una trentina di chilometri dal centro della capitale libica. Secondo la Tv di stato, ”sono stati colpiti alcuni siti militari e civili a Tripoli e a Tajoura” con ”missili a lunga gittata”.

Ore 18:47 – Fonti mediche a Misurata hanno annunciato che in una settimana di combattimenti tra forze pro-Gheddafi a insorti in città sono morte 109 persone e altre 1.300 sono rimaste ferite. I ribelli hanno anche annunciato di aver ucciso 30 cecchini del regime nella citta’ contesa.

Ore 18:29 – ‘‘Circa cento persone” sono morte in Libia a causa dei bombardamenti della coalizione internazionale, secondo un bilancio ufficiale del governo libico. Le vittime sono civili libici morti dall’inizio dell’operazione ‘Odyssey Dawn’, secondo il portavoce del regime di Tripoli, Moussa Ibrahim.

Ore 17.02 – ”Il porto di Misurata è sotto il nostro completo controllo”. Lo ha affermato il portavoce dell’esercito rivoluzionario anti-Gheddafi, Ahmed Beny, colonnello dell’aviazione, in una conferenza stampa a Bengasi. ”Le navi della coalizione internazionale si stanno avvicinando al porto della città” a 200 chilometri ad est di Tripoli, ha aggiunto Beny.

Ore 16:44 – Le forze armate francesi hanno annunciato oggi che un proprio aereo ha sparato un missile aria-terra contro un aereo di Gheddafi all’aeroporto di Misurata. Il missile, secondo le forze armate francesi, ha distrutto l’aereo militare libico subito dopo il suo atterraggio alla base aerea di Misurata, secondo quanto riferito da un portavoce della Difesa a Parigi. ”La pattuglia francese – ha detto – ha compiuto un attacco aria-terra subito dopo l’atterraggio dell’aereo alla base di Misurata”. L’aereo colpito, appartenente alle forze militari di Muammar Gheddafi, aveva violato la no fly zone, secondo il portavoce.

Ore 15.00 – Sono decollati anche oggi, come già nella mattina e nel pomeriggio di ieri, alcuni Eurofighter dalla base dell’Aeronautica di Trapani Birgi. Ne sono partiti sei, in due sequenze, poco prima delle 15. Erano decollati invece intorno alle 14,30 due elicotteri HH3F, con funzioni di salvataggio e soccorso.

Ore 14.59 – ”Qualche giorno prima che Sarkozy decidesse di bombardare, si erano aperti spiragli veri di mediazione. Ma le bombe hanno compromesso tutto”. Lo ha detto al settimanale ‘Vita’ il vescovo di Tripoli monsignor Innocenzo Martinelli in un’intervista in uscita domani nella quale il vescovo francescano, a Tripoli dal 1985, ricostruisce i retroscena pre-intervento militare. ”Posso testimoniare che da parte libica alcune istituzioni stavano tentando la negoziazione. E in prima linea come interlocutore c’era proprio l’Italia – ha osservato -. Qualche giorno prima dei bombardamenti francesi ho avuto un incontro positivo con il segretario generale della World Islamic Call Society (Wisc), un’istituzione sponsorizzata dalla Libia che ha come mission la diffusione dell’Islam, ma che e’ aperta e disponibile”. Secondo la ricostruzione di Martinelli, ”i contatti con loro sono continuati e mi hanno detto che c’era sul tappeto un tentativo di mediazione, che coinvolgeva anche l’Italia. A un certo punto si è parlato anche di un’importante personalità africana, un’autorità morale che si sarebbe spesa per questo negoziato. Invece poi bruscamente tutti questi tentativi sono stati interrotti”. Sul perché l’interventismo abbia preso il posto del negoziato, il vescovo confida di non riuscire a capirlo. ”Soprattutto non mi spiego – ha sottolineato Martinelli – la posizione dell’Italia, che ha coltivato in questi anni molti rapporti con la Libia, sia diplomatici che commerciali: poteva restare al suo posto, anche solo neutrale, per cercare di vedere come ritrovare un cammino invece di precipitarsi nel baratro della guerra”.

Ore 14.33 – La popolazione in Libia ”sta ancora soffrendo. Sappiamo che il cessate il fuoco nonostante la risoluzione dell’Onu” non è rispettato: ”Chiediamo che si apra un corridoio umanitario per sostenere la popolazione”. E’ l’appello che lancia la rappresentante dell’Unicef in Tunisia, Maria Luisa Fornara, che si trova in un campo profughi (il Choucha Refugee Camp) al confine con la Libia. ”In questo momento non si puo’ portare aiuto alla popolazione, ci sono ancora combattimenti e siamo preoccupati – aggiunge per telefono con l’ANSA – noi insieme alle altre agenzie umanitarie ci stiamo preparando per l’eventualita’ che si possa aprire il corridoio umanitario soprattutto sia dalla parte dell’Egitto sia della frontiera con la Tunisia. Ci auguriamo che cio’ si realizzi”.

Ore 14.36 – Un caccia francese ha abbattuto un aereo libico che stava tentando di violare la no-fly zone. E’ quanto riporta, con una breaking news, il sito dell’emittente americana Abc. Citando fonti militari, la Abc ha riferito che l’aereo libico abbattuto da caccia dell’aeronautica francese era un Soko G2A-E Galeb, un vecchio jet di attacco a terra di produzione jugoslava. L’aereo e’ stato abbattuto nella zona di Misurata. Si e’ trattato del primo tentativo di Gheddafi di forzare la no fly zone imposta dagli alleati. Il comandante dell’Africa Command americano, generale Carter Ham, in un’intervista concessa all’emittente americana ha detto che le forze di Gheddafi, vestite con abiti civili, stanno avanzando nella zona di nordovest di Misurata. Il generale Ham ha precisato che le forze della coalizione hanno ancora numerosi obiettivi da colpire. Ufficiali del Pentagono hanno confermato alla Abc che le missioni aeree sulla Libia sono state finora 175, e che il numero di quelle americane ”non e’ in aumento”.

Ore 14.23 – Sono decollati intorno alle 14 dalla base dell’Aeronautica italiana di Trapani Birgi due Tornado italiani e un Awacs della Nato. Sono gli unici movimenti del primo pomeriggio, dopo che in mattinata erano partiti prima due caccia F18 canadesi e due F16 italiani: un’attività, quindi, ben più modesta rispetto a quella della giornata di ieri.

Ore 14.10 – Un abitante di Misurata ha riferito di una forte esplosione avvertita oggi in città, dove però la situazione è di generale calma, dopo i bombardamenti lanciati nella tarda serata di ieri dalla coalizione internazionale. Il testimone ha confermato alla Cnn la presenza di cecchini del leader libico Gheddafi e ha dichiarato che il porto di Misurata è ancora in mano ai ribelli.

Ore 14.06 – Ore di attesa negli uffici della Augusta Offshore, la compagnia proprietaria del mercantile Asso 22, sequestrato la scorsa settimana mentre era in acque libiche, con a bordo un equipaggio di 11 persone, di cui 8 italiani, attraccato poi nel porto di Tripoli martedì mattina. Dalla compagnia fanno sapere che al momento “c’è una situazione di stallo” data anche la delicatezza del momento. Nessuna nuova comunicazione, dunque, al momento tra la compagnia e il personale a bordo. L’ultimo contatto tra l’Augusta Offshore e l’equipaggio risale al pomeriggio di ieri.

Ore 13,50 – Nonostante il cessate il fuoco, in Libia continuano le violenze contro la popolazione da parte delle forze fedeli a Gheddafi. Lo afferma il ministro degli Esteri britannico William Hague parlando alla Camera dei Comuni.