Papa Benedetto XVI: “Il volto della Chiesa sfigurato dalla pedofilia. Ora serve un rinnovamento”

Pubblicato il 20 Dicembre 2010 - 18:08 OLTRE 6 MESI FA


Papa Bendetto XVI

Il 2010 doveva vedere il culmine dell’anno sacerdotale e si è trasformato invece nell’anno della ”dimensione inimmaginabile” degli abusi di sacerdoti sui bimbi. Il Papa ne trae un invito alla Chiesa a cogliere nella ”umiliazione” dello scandalo ”un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento”. E la stessa esortazione alla verità Benedetto XVI scorge nella violenza patita dai cristiani in Medio Oriente: non è la diversa fede a indurre la cristianofobia, dove per secoli si è convissuto fianco a fianco, bensì ”l’avidità di lucro e l’accecamento ideologico”.

Si levino dunque le ”voci della ragione”, ancora ”troppo deboli”, e si impegnino i leader religiosi e politici. Sesto discorso di Benedetto XVI alla Curia per gli auguri natalizi, nella Sala Regia del Palazzo apostolico, tradizionale occasione per un bilancio sulla vita della Chiesa nell’anno che sta per concludersi.

Un discorso interamente di pugno di papa Ratzinger, un testo in cui pedofilia e Medio Oriente si collocano sullo sfondo della riflessione su un mondo in crisi perché, come alla fine dell’Impero romano, si sta ”dissolvendo il consenso morale”, ”senza il quale le strutture giuridiche e politiche non funzionano”.

Ma un mondo nel quale la ”assenza di Dio” è apparente: nei viaggi internazionali a Cipro, Gran Bretagna, Malta, Portogallo e Spagna, confida il Pontefice ai collaboratori, ha visto ”che la fede non è una cosa del passato…”. Con un ammonimento agli ecclesiastici: ”anche in noi tante volte la fede dorme” e dobbiamo ”svegliarci dal sonno di una fede divenuta stanca e ridarle il potere di spostare i monti”.

Davanti al governo della Chiesa e della Città del Vaticano il Papa riassume la sua riflessione sugli abusi dei preti: ”Le ferite di Cristo restano aperte per le colpe dei sacerdoti”, il volto della Chiesa è ”impolverato”, ”il suo vestito è strappato”, bisogna sforzarsi di ”fare tutto il possibile nella preparazione al sacerdozio perché una tale cosa non possa più succedere”. E, ricordando gli ”incontri con le vittime”, ringrazia ”di cuore tutti coloro che con grande dedizione stanno a fianco di chi soffre e ha subito danno”.

Il Papa denuncia ”la gravità di questo peccato commesso da sacerdoti e la nostra corrispondente responsabilità”, e chiede di considerarlo nel contesto ”del nostro tempo”, in cui con il ”mercato della pornografia” e il turismo sessuale fanno dei bimbi un ”articolo di mercato”, in cui la droga ”stende i suoi tentacoli di polipo intorno all’intero globo terrestre”: ”Ogni piacere diventa insufficiente.., in nome di un fatale fraintendimento della libertà proprio la libertà dell’uomo viene minata e alla fine annullata del tutto”.

Qui Benedetto XVI rinnova la sua condanna del fatto che ”negli anni Settanta la pedofilia venne teorizzata come una cosa del tutto conforme all’uomo e anche al bambino”. E denuncia la ”perversione del concetto di ethos” in quegli anni ”persino nell’ambito della teologia cattolica”: ”Non esisterebbe male in sé e bene in sé, esisterebbe solo un ‘meglio’ e un ‘peggio di”. E ”la morale viene sostituita da un calcolo delle conseguenze e con ciò cessa di esistere”. Meglio tornare alla coscienza e alla verità secondo il pensiero del cardinal Newman. Ed è nella riscoperta del ”vero e del buono” che si gioca il futuro del mondo.

L’editoriale dell’Osservatore Romano, siglato dal direttore Giovanni Maria Vian, del 20 dicembre rimarca che ”per oltre un ventennio il cardinale Ratzinger ha operato in ogni modo per contrastare lo scandalo degli abusi”.

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