Badanti: mezzo milione di posti di lavoro snobbato dai disoccupati italiani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Maggio 2013 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Badanti: mezzo milione di posti di lavoro snobbato dagli italiani

Badanti: mezzo milione di posti di lavoro snobbato dai disoccupati italiani

ROMA – L’Italia è una nazione che invecchia: il Censis stima che da qui al 2030 serviranno altre 500 mila badanti o colf che dir si voglia. La domanda che si pone Dario Di Vico sul Corriere della Sera è: può un Paese con sempre più disoccupati lasciare un’occasione di lavoro come questa alla manodopera straniera?

Una ricerca del Censis e dell’Ismu, condotta per conto del ministero del Lavoro, scatta la fotografia della situazione attuale. Sotto la dicitura di “badante” sono designati tutti i lavoratori che prestano servizio di cura e assistenza in casa con formule e modalità diverse. Se fino a dieci anni fa erano circa un milione, oggi sono 1.655.000 (+53%).

Quali sono i fattori che portano il Censis a prevedere che nel 2030 ci sarà bisogno di 2.151.000 badanti, ovvero mezzo milione in più di adesso? La crisi, che porta a un incremento delle terapie a domicilio e a una de-ospedalizzazione; l’invecchiamento della popolazione che va di pari passo con la disgregazione del modello familiare italiano, sempre meno allargato e multi-generazionale.

Ma per ora gli italiani snobbano questa opportunità occupazionale: solo il 22% di chi lavora come badante è italiano. Fra il 77,3% di stranieri, la grande maggioranza sono rumeni, seguiti da: ucraini, filippini, moldavi, marocchini, peruviani, polacchi, russi. Nelle regioni meridionali la percentuale di badanti italiani arriva al 36%. Solo 17,6% sono gli uomini che fanno questo lavoro.

Date queste premesse, si chiede Dario Di Vico:

E allora un Paese che ha tre milioni di disoccupati si può permettere di snobbare un lavoro dignitoso e di grande utilità come quello rappresentato dall’assistenza agli anziani? Ovviamente no, ma oggi sono pochi i giovani che prendono in considerazione un’ipotesi di questo tipo e, va aggiunto, qualora lo facessero molto probabilmente dovrebbero scontrarsi con la ferma contrarietà dei propri genitori. Non è un caso che il boom delle badanti in Italia sia stato pressoché spontaneo, favorito dall’assenza di servizi pubblici analoghi e alimentato sostanzialmente dal passaparola e dal contatto diretto tra datore di lavoro e dipendente. Solo il 14,3% degli attuali badanti ha seguito un percorso professionale e il 71% è diventato assistente per gli anziani per pura necessità economica tanto da accettare in più di qualche caso (il 27,7%) un rapporto di lavoro totalmente irregolare. Nel tempo però quello che era partito come un mercato del tutto deregolato ha via via preso corpo. Sia soggettivamente, visto che il 70% dei badanti considera la sua attuale occupazione come stabile e solo il 16% sta cercando un lavoro più soddisfacente. Sia sul lato delle tutele «di fatto» se, come sostiene il Censis, più della metà dei lavoratori ha ormai riconosciute ferie, liquidazione, malattia e tredicesima.