Festival di Sanremo: Crozza zittito, gay senza bacio, Littizzetto senza freni

di Emiliano Condò
Pubblicato il 13 Febbraio 2013 - 02:00 OLTRE 6 MESI FA

SANREMO – Ci sono i fischi e le interruzioni a Maurizio Crozza e se ne accorgono tutti. C’è la coppia gay che racconta la sua storia ma non si bacia. E forse, anche per quel pudore e quei sorrisi incassa l’applauso composto ma unanime del teatro Ariston. Poi c’è la musica, ma se ne ricordano in pochi. Pazienza, il Festival di Sanremo di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto è alla prima serata e per familiarizzare con le canzoni ci sarà tempo. Anche perché metà di quelle ascoltate la prima sera non le sentiremo più, almeno all’Ariston. Eliminate dal pubblico al primo ascolto, una delle novità di questa edizione.

A far discutere, però, è ovviamente la contestazione a Crozza. Come dire che se “cerchi rogna” ti conviene fare l’ospite al Festival di Sanremo. Crozza  si ritrova fischiato e contestato per aver osato portare all’Ariston quegli stessi personaggi  che porta normalmente in giro in teatri e tv prendendosi ovazioni e applausi.  Il comico  vive a distanza di un anno una versione più intensa di quanto accaduto, esattamente un anno fa all’ospite clou dell’edizione precedente del Festival, Adriano Celentano.

Quest’anno, però, complice la campagna elettorale, la narrazione del “Festival comunista” che sta là messo quasi di traverso per arrestare la rimonta di Silvio Berlusconi, il clima di partenza è più velenoso, quasi “incarognito”. E Crozza si trova di fronte a qualcosa che, è evidente dalla sua reazione,  non si aspetta: una parte di platea ostile. Al comico vengono concessi solo i primi cinque minuti. Ma appena finisce la canzone che Crozza canta travestito da Berlusconi, arrivano le contestazioni. “Vai a casa”, urla qualcuno. “Politica, no!” si aggiunge qualcun altro.

Quello che sorprende è al reazione di Crozza che all’improvviso si blocca. Prova un paio di volte a riprendere il filo ma si ferma, sembra confuso. Il silenzio del pubblico che non contesta non lo aiuta. Alla fine è Fazio a sbloccare la situazione: i contestatori (che per il conduttore sono “due”) vengono allontanati. A quel punto il clima è surreale ma piano piano Crozza riesce a guadagnarsi il pubblico: strappa qualche sorriso, i primi applausi e poi finisce in crescendo con una sequenza Bersani, Ingroia, Montezemolo.

Proprio mentre il pubblico applaude convinto è Fazio che mette nella coda un po’ di veleno: ringrazia gli spettatori che hanno permesso l’identificazione dei contestatori. “Due persone note, in cerca di visibilità”. Un modo neppure troppo velato per alludere ad una contestazione in qualche modo pianificata. Da chi? Resta il mistero.

Prima di Crozza c’era stato l’uragano Littizzetto: è arrivata al Festival in carrozza, ha ostentato la farfallina invitando Fazio a fare lo stesso con il “lombrico”, ha chiesto la restituzione dell’Imu prima delle elezioni, ha giocato soprattutto con Monti. Quindi ha letto una lunga lettera. Destinatario San Remo. Tutto concluso dalla parola “culo”. Manifesto programmatico della Littizzetto che è e che sarà fino a fine festival: irriverente e sguaiata. Del resto è inevitabile: si porta Crozza perché faccia Crozza e si sceglie Littizzetto perché sia la Littizzetto di sempre.

Sul finale tocca agli altri ospiti attesi della serata. Stefano Olivari  e Federico Novaro, la coppia gay che racconta la sua storia d’amore mostrando 60 cartelli. I due non parlano, sorridono, ammiccano al pubblico e lo conquistano. Alla fine non si baciano. Gli basta vincere, non gli serve stravincere. E forse è proprio la compostezza della loro richiesta a fare breccia nel pubblico che infatti, al netto di posizioni “politiche” o confessionali, applaude all’unisono. Stefano e Federico raccontano senza parlare, esibiscono un sentimento senza ostentarlo: chiedono quello che credono gli spetti senza usare l’arroganza della parola “diritto”. E forse, dopo la prima sera del Festival, il matrimonio gay ha in Italia qualche sostenitore in più.

Inevitabile, in tutto questo, che di musica si parli poco o nulla. Sul palco dell’Ariston scorrono l’uno dopo l’altro i concorrenti in gara. Resta una traccia un po’ kitsch di un Toto Cutugno che canta l’Italiano spalleggiato da ciò che resta di un’Armata Rossa invecchiata e imbolsita.   Qualche cosa di nuovo, sul fronte dei suoni in verità c’è: piccoli segnali di vita del panorama musicale. Ma per parlare di musica ci saranno le altre sere. Stasera parte del pubblico ha preferito “silenziare” Crozza.

(foto Ansa e LaPresse)