Salvate il soldato Giulio

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 19:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Giulio deve aprire i cordoni della borsa e dare un po’ di soldi per far ripartire l’economia e e fermare la macchina del fango..”, più o meno con queste parole si è espresso Formigoni in una intervista che ha rilasciato al Giornale di famiglia.

“O la borsa o la vita”, si potrebbe titolare, solo che la borsa è quella degli italiani e la vita, politica ovviamente, è quella di Berlusconi e del gruppo di fedelissimi che si è stretta attorno a lui e che, abbracciandolo amorevolmente, cerca di liberare la poltronissima alla quale è ancora incollato.

Il Giulio in questione, infatti, è Tremonti sempre più nel mirino dei vari Ferrara, Belpietro, Minzolini, Formigoni, desiderosi di liberarsi di un signore che rischia di fare ombra al capo.

La gravità della situazione nazionale sta anche in questo scontro, e nel lungo, infinito, elenco dei nemici del capo supremo, al quale ora si è aggiunto in modo formale anche Tremonti, solo perchè prova a spiegare che certe cose non si possono proprio fare, perchè altrimeni c’è il rischio di finire fuori dalla unione europea. Preoccupazione per altro condivsa dal presidente Napolitano e dalla Banca d’Italia, non a caso tutte istituzioni già finite nel mirino dei manganellatori mediatici.

“Al Quirinale siede un vero galantuomo”, aveva dichiarato quel galantuomo di Arcore a Ferrara nel corso dell’ultima intervista, appena unn giorno dopo Napolitano è finito sotto i colpi di Libero e del Giornale perchè si era limitato a ricordare che in Italia esistono i tribunali e i processi e che le regole valgono per tutti.

Proprio questo è il principio che Berlusconi non ha mai voluto accettare, nè mai accetterà e cioè che le regole valgano per tuti, in Italia e in Europa, e che a nessun è consentito di calpestare la legge e la Costituzione. Chiunque provi a ricordare questa elementare verità, universalmente accettata altrove, diventa automaticamente un nemico, moderato o radicale , di destra o di sinistra, alto o basso che sia.

Sino a quando non sarà costretto alle dimissioni proseguirà su questa strada, giocherà le carte di sempre per contrastare l’ormai evidente calo di popolarità. Non a caso proprio stamane, per rispondere al fiume di donne che ha percorso l’Italia, ha pensato bene di insultarle, di usare le parole di sempre cariche di odio e disprezzo, ma soprattutto ha rilanciato la necessità di approvare la legge bavaglio, di ridurre al silenzio i cronisti, di bloccare l’azione dei giudici, di oscurare quello che non gli piace.

Da qui l’avversione per il suo ministro, Tremonti, che non vuole capire che per ” fermare la macchina del fango” ci vogliono i bavagli, ma anche i soldi per comperare il consenso di chi, in cambio di una mancia, è sempre pronto a vendersi i diritti.

Speriamo che i suoi collaboratori più moderati, ma esistono?, o quelli che fingono di essere devoti alla Santa Sede, vogliano spiegargli, magari in privato, chi ha costruito la macchina del fango e chiedere le dimissioni dell’infiltrato.

Certo non sarà facile convincerlo a dimettersi da se stesso..