Intercettazioni, il Pdl va avanti. La fronda dei furbetti

Pubblicato il 14 Ottobre 2011 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (Lapresse)

ROMA – “Berlusconi ha rinunciato alla legge bavaglio, abbiamo vinto”, così pensavano, sino a qualche ora, fa alcuni amici che continuano a prendere lucciole per lanterne. Non vi è dubbio che il presidente del Consiglio, suo malgrado, sia stato costretto a fermarsi.

Lo ha dovuto fare perché , anche se continuerà a negarlo, dall’Europa gli erano già arrivati segnali negativi sulla legge bavaglio, dal Quirinale non aveva certo ricevuto affettuosi incoraggiamenti, e, persino nella sua maggioranza, gli avvocati e i giornalisti più avveduti gli avevano consigliato di fermarsi sull’orlo del precipizio.

A complicare le cose poi sono arrivare le bizze dei dissidenti che lo hanno mandato sotto sul bilancio dello stato. Nei prossimi giorni Berlusconi non cambierà gioco, non si ritirerà, non designerà un altro, ma ritornerà alla carica con le sue emergenze ” personali, così ripartirà dal senato per ottenere il cosiddetto processo breve.

Poi proverà a pianificare la solita campagna di comunicazione per verificare l’andamento dei sondaggi, dopo, solo dopo, deciderà come giocare l’utlima mano della partita di poker, se, nel frattempo, alcuni bari che gli siedono accanto non avranno gà provveduto a fargli saltare il banco.

In questo schema ci sarà spazio anche per valutare la possibilità di riproporre la questione del bavaglio, magari utilizzando il voto di fiducia, come ha già detto, e costringendo i dissidenti ed i pentiti a rendergli l’ultimo atto d’omaggio, una sorta di moderno rito del bacio della pantofola.

In questo breve lasso di tempo si vedrà la consistenza, poltica e morale, dei cosiddetti dissidenti, quelli che “non è ancora il momento”, “bisogna aspettare il prossimo passo falso”, intanto limitano la loro azione a qualche imboscata parlamentare, ai vecchi riti della assenza calcolata e programmata , insomma, almeno per ora, si tratta ancora di una fronda da furbetti, incapace di trasformarsi in una azione politica limpida, trasparente, condotta dentro le aule parlamentari. Forse, più modestamente, il governo finirà travolto dai 12 sbadigli che Bossi ha riservato ai 18 minuti di orazione berlusconiana pronunciata nell’aula semivuota della camera dei deputati. Se il suo principale alleato non trova di meglio che sbadigliare, sarà davvero il caso di staccare la spina, di porre fine alle trasmissioni e di riconsegnare l’ultima parola aglle elettrici e agli elettori, prima che sbadigli e indignazioni travolgano non la malapolitica, ma la poltica e le istituzioni in quanto nel loro complesso.