Roma non ancora grande, a Udine è 1-1: Muriel riprende Lamela

di Renzo Parodi
Pubblicato il 9 Marzo 2013 - 23:21| Aggiornato il 17 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

UDINE –  La festa per i grandi vecchi del nostro calcio, Francesco Totti e Antonio Di Natale, è rimandata a migliore occasione. I due splendidi brontosauri, messi uno di fronte all’altro, per una volta non hanno brillato. Né hanno segnato, loro conclamata specialità, Totti è quota 225 gol, Di Natale a 168. Pari e patta (1-1) anche tra Udinese e Roma. Partita un po’ bolsa, afflitta da qualche tatticismo di troppo.

La Roma di Aurelio Andreazzoli, il quale ci ha informato che se dipendesse da lui senz’altro si confermerebbe sulla panchina che fu di Zeman, è al primo pareggio All’esordio aveva perso a Genova, contro la Sampdoria, poi tre vittorie filate su Juventus, Atalanta e Genoa. Dieci punti in cinque partite è più meno il passo della Roma attuale, non ancora una grande squadra, le manca il cinismo della Juventus e non possiede l’anima della squadra che lucra il risultato. Se vince, di solito stravince.

Aveva la partita in mano, a Udine, ma si è spaventata di essere in vantaggio (gol di Lamela a metà del primo tempo), ha rinculato e si è tirata addosso un’Udinese che aveva cominciato alquanto in confusione, spaventata dal lignaggio dell’avversaria. Guidolin aveva provato a confondere le idee al collega romanista schierando la solita squadra “movimentista”, senza offrire punti di riferimento sicuri, fatto salvo l’eterno Di Natale, che con Muriel componeva un tandem tutto guizzi. Andreazzoli aveva risposto con la difesa a tre, ripescando l’antico Perrotta in mediana accanto a De Rossi, e schierando un tridente atipico (Lamela, Totti, Florenzi) nel quale i tre si alternavano nel ruolo di punta centrale.

Molte assenze, da una parte e dall’altra: Lazzari, Pinzi, Benatia, Pasquale, Faraone. Marquinhos, Destro, Pjanic e Bradley. Ma quel che restava in campo era sufficiente per imbastire un copione divertente. La partita viceversa è risultata bruttina, spezzettata e poco gradevole per il pubblico, infreddolito e bagnato, dello stadio “Friuli”. Anche cattivella, l’arbitro Guida ha dovuto lavorare parecchio con i cartellini, punendo simulazioni plateali (Domizzi, Marcosuel, Torosidis) e cacciando forse con un eccesso di severità il difensore Heurtaux.

Soltanto a quel punto, correva il 28’ della ripresa, la Roma si è rianimata. Aveva subìto il pareggio una decina di minuti prima, una staffilata di Mariel che aveva stecchito Stekelenburg. Giusto il risultato perché, uscito Totti (chissà perché) al quarto d’ora della ripresa, la Roma si era raggrinzita sperando che passasse la nottata. Osvaldo, mandato in campo da Andreazzoli che lo aveva messo in castigo perché lo aveva visto nervoso (in realtà fra la Roma e l’italo argentino tira aria di divorzio) ha avuto sul piede la palla del 2-1 ma l’ha ciccata ignobilmente a tu per tu con Brkic. Come se la cosa non lo riguardasse affatto, Gran brutto segnale. E grande occasione sprecata. Il pareggio relega la Roma in coda al treno di chi viaggia verso l’Europa, a 44 punti. Settimo posto, a tiro del Catania (42) che però oggi farà visita alla Juventus.La vita dopotutto continua.