Serie A: Magna Juve, Napoli ok. Milan riparte. E Fiorentina, Roma e Inter…

di Renzo Parodi
Pubblicato il 2 Settembre 2013 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Serie A: Magna Juve, Napoli ok. Milan riparte. E Fiorentina, Roma e Inter...

Mario Balotelli esulta dopo il gol al Cagliari (foto Lapresse)

ROMA – Eppur si muove qualcosa nella pancia del campionato-neonato. La Magna Juve divora di nuovo la Lazio (otto gol rifilati ai biancazzurri fra Supercoppa di Lega e campionato), Vidal è un principe, Vucinic e Tevez i suoi alfieri. Se quel furbone di Conte con il suo “chiagni e fotti” (“dando via Matri al Milan lo abbiamo rafforzato e anche Giaccherini mi manca”: ipse dixit) intendeva toccare le coscienze dei suoi e il polso alla società, l’operazione è perfettamente riuscita, almeno a livello psicologico. Il bell’Antonio avrà da Marotta di che consolarsi, l’ultimo giorno di calciomercato (si chiude lunedì 2 alle ore 23), si preannuncia un colpo o forse due.

Un giro a tre di centravanti porterebbe Gilardino in bianconero, Borriello al Genoa e Quagliarella alla Roma (o alla Lazio, se in giallorosso approdasse Demba-Ba). Marotta tenterà anche l’ultimo assalto a Nainggolan del Cagliari e insomma più che mai la Juve resta favorita per il titolo. L’unica insidia può arrivarle dalla Champions. Se il cammino fosse lungo e felice la “Goeba” potrebbe pagare dazio ma questo è il destino delle grandi squadre, combattere su più fronti e Conte, giustamente, pretende una Juventus onnivora.

Il Napoli ha risposto ai quattro gol bianconeri alla Lazio con quattro gol al Chievo, doppietta di Hamsik, ormai assurto a uomo-guida della squadra di Benitez. Preoccupano il tecnico spagnolo gli scricchiolii della difesa, che ha concesso la doppietta al clivenze Paloschi. Non sarà facile rinforzarla, a meno che De Laurentiis, punto sul vivo, non tenti la carta Astori, concupito anche da Roma e Milan.

Ah, il Milan. In ossequio ai desiderata del padre-padrone di Arcore, Allegri si è convertito in fretta al doppio attaccante, con rifinitore (di complemento) a supporto. Nella circostanza, Montolivo, in attesa di Kakà per il quale Galliani in una notte ha sistemato ogni cosa, cartellino gratis dal Real Madrid e quattro milioni netti (più bonus) a stagione al figliol prodigo che rientra in rossonero nel tripudio della folla e qualche boccaccia nello spogliatoio, Balotelli, uno che non misura le parole, ha già fatto sapere che il Milan è già forte senza Kakà. Dovrà farsene una ragione, al Milan per adesso comandano Berlusconi e Galliani e pure Allegri, come si dice a Roma, abbozza.

L’abbondanza di attaccanti è pletorica (Pazzini rientrerà nei ranghi ad ottobre) e quindi El Shaarawy è sulla rampa di lancio, potrebbe partire nelle ultime 24 ore di mercato, anche per procurare denaro fresco alle casse sociali. Allegri lo ha messo in panchina preferendogli il duo Robinho-Balotelli, perché più adatto ad interpretare la parte. E’ un segnale forte, la stella del Faraone in rossonero è decisamente al tramonto. Peccato. Il ragazzo ha qualità, anche morali. Chi se lo portasse a casa, farebbe un affarone.

Anche il Milan come il Napoli (e la Lazio, che prende gol a caterve) ha problemi in retroguarda e quel furbone di Cellino non vede l’ora di aprire una bella asta per Astori che interessa ad almeno tre Grandi. “La casa si costruisce dalle fondamenta”, predicava il santone Vujadin Boskov. I suoi epigoni in genere accettano il grande nome in attacco (pronube le società che cercano di accendere la fantasia dei tifosi e il botteghino) e dimenticano la italica lezione del primo non prenderle. Che non vuol dire tornare al catenaccio o alla difesa stretta e al contropiede (che oggi si declina in ripartenze). Significa dare equilibrio alla squadra.