Serie A no padrone: Fiorentina sogna, Napoli corre, Inter…

di Renzo Parodi
Pubblicato il 5 Ottobre 2015 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA
Serie A no padrone: Fiorentina sogna, Napoli corre, Inter...

Insigne e Hamsik esultano: il Napoli ha vinto 4-0 a Milano (foto Ansa)

ROMA – Il campionato non ha ancora un padrone ma alcune serie pretendenti sì, eccome. La Fiorentina (3-0 all’Atalanta in 10 per tutto il match) si è issata in vetta, solitaria, staccando di due punti l’Inter che ha acchiappato quasi in extremis il pari a Genova contro la Sampdoria. Terza la Lazio che piena di acciacchi e di difetti ha piegato in un bellissimo finale lo spavaldo Frosinone e mantenuto il punto di vantaggio sui cugini della Roma, vittoriosi quasi a mani basse a Palermo. Iachini rischia la panchina, Zamparini non perdona.

La Fiorentina, dicevo. Mai nella sua storia una partenza così bruciante. La cura Paulo Sousa sta facendo effetti, tutti si sentono titolari, il turn over è continuo e la squadra non ne risente, anzi. Borja Valero è tornato il califfo del primo anno di Montella, davanti in attesa di Pepito Rossi si segna a mitraglia, la difesa è un bunker e il gioco appaga l’occhio dello spettatore più esigente di una Firenze quasi incontentabile che ora sogna lo scudetto. E non è una bestemmia.

Vedendo all’opera l’Inter a Marassi contro la Sampdoria ho capito perché ha beccato quattro gol dalla Viola. Squadra compassata e lunga, idee poche, attacco ingolfato. E la Sampdoria di oggi non è ancora la macchina che macina gli avversari che vorrebbe Zenga, con mezza difesa titolare ai box. Soltanto la prodigalità dell’attacco blucerchiato – clamoroso il gol fallito a porta totalmente sguarnita da Correa – ha permesso all’Inter di restare a galla e di agguantare il peri con Perisic. E’ vero che nel concitato finale la Beneamata avrebbe potuto anche buttar dentro il secondo gol ma sarebbe stato uno scippo. Ai punti la Sampdoria ha vinto largo, ha creato il doppio delle palle-gol e nella prima ora ha fatto la partita seppure agendo in contropiede.  Insomma molto lavoro attende ancora Mancini se vorrà contrastare Roma, Napoli e Fiorentina, al momento le squadre più in forma.

Il Napoli c’è, eccome. Quattro “pere” al Milan derelitto che Mihajlovic non riesce più a governare, una barca senza timone nella bufera della contestazione. E alla ripresa c’è un Torino-Milan che potrebbe rappresentare il capolinea per l’ex condottiero della Sampdoria. Anche Berlusconi è un tipo che non concede appelli. Con lui, o si vince o si saluta la compagnia. Quanto il Napoli di Sarri è apparso in palla, convinto e sciolto nel gioco, tanto il Milan si è progressivamente consegnato al furente avversario, senza più riuscire a reggere il contraddittorio. Squadra sfilacciata, difesa impacciata e statica, scarsa qualità a centrocampo, attacco illuminato a strappi da Bacca, troppo solo per incidere. Il 4-3-1-2 è un atto di presunzione che Sinisa farebbe bene ad abbandonare. Provi un più solido 4-4-2 scegliendo i fichi meno peggio dal bigoncio invero non ricchissimo che Galliani gli ha consegnato. Possibile che non ci sia mai un posto per il combattente Poli?

La Juventus si è cavata d’impiccio col Bologna che aveva colpito in apertura riportando sullo Juventus stadium l’ombra delle recenti disfatte. L’aiutino dell’arbitro Celi – rigore molto generoso per una trattenuta veniale su Morata – l’ha lanciata verso la vittoria dopo l’1-1 confezionato dallo stesso Morata. Segnali di ripresa, comunque. La conferma a centrocampo di Khedira (suo il terzo gol) ha innervato tutta la squadra. In assenza di Marchisio, e magari anche in coppia col Principino, può essere l’ex Real l’uomo d’ordine che è mancato dopo l’addio di Pirlo. Servirà una controprova più seria del fragile Bologna di Delio Rossi (sempre più appeso ad un filo) per sapere se la Juventus è guarita anche in campionato dopo il 2-0 in Champions al Siviglia. Ma insomma, i fans di Madama possono tirare un primo sospiro di sollievo.

Primo punto in trasferta per il Genoa a Udine e prima vittoria del Carpi di Sannino contro un Torino stranamente svogliato. Tre punti anche al volitivo Empoli che ha domato con merito un Sassuolo svagato e senza motivazioni. Pari nel derby di Verona fra il Chievo e l’Hellas. Gol dei veronesi di Mandorlini in evidente posizione di fuorigioco (Pisano), non rilevata dall’assistente dell’arbitro Doveri. Gli arbitri non si sono coperti di gloria. Rocchi a Marassi si è lasciato insolentire da Medel e Guarin senza quasi batter ciglio. L’Inter reclama un rigore che non c’è. Piuttosto, la gestione dei cartellini? Diseguale. Cervellera a Udine non ha cacciato il Danilo che aveva abbattuto Gakpè a tre metri dalla linea di porta. Regolamento da cambiare ma non è una novità. Massa a Firenze espelle Paletta anziché Gomez.

Alla ripresa dopo la Nazionale, Napoli-Fiorentina e Inter-Juventus. Da leccarsi i baffi.