Efe, Sandra Yura e l’agenzia delle entrate: escort come devono pagare le tasse?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Febbraio 2014 - 14:19| Aggiornato il 9 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Efe, Sandra Yura e l'agenzia delle entrate: escort come devono pagare le tasse?

Prostituta manifesta davanti al tribunale di Milano (Foto Lapresse)

ROMA – Le escort devono pagare le tasse? Loro vorrebbero, il fisco italiano glielo nega. Salvo poi chiedere loro imposte dovute in quanto “lavoratrici indipendenti di una ditta individuale”.

La battaglia di molte lavoratrici del sesso per pagare le tasse, versare i contributi e avere un domani una pensione, va avanti da anni. Soprattutto tra quelle che lavorano senza un “protettore”, che hanno libertà di parola.

Efe Bal, la transessuale più famosa d’Italia, lo chiede da tempo. Ci furono manifestazioni anche davanti al Palazzo di Giustizia di Milano durante il processo Ruby.

Al fisco italiano, in realtà, converrebbe. Si tratta di un giro d’affari di milioni di euro, visto anche il dilagare della prostituzione online. La Germania lo sa, e tassa le prostitute, che esercitano nelle case chiuse, hanno assistenza medica e un domani avranno la pensione.

Nel Pd la senatrice Maria Spilabotte aveva lanciato una proposta di regolarizzazione: partita Iva aperta alla Camera di Commercio, patentino certificato di qualità e cooperazioni in cui lavorare per le prostitute e per le escort.

Ma non venne varata alcuna legge. L’Italia ha preferito così. Salvo, poi, andare a chiedere soldi come se la prostituta finita nelle maglie dei controlli fosse un piccolo imprenditore.