Berlusconi sta peggio del previsto: resta in ospedale

Pubblicato il 14 Dicembre 2009 - 20:25 OLTRE 6 MESI FA

berlusconiLe condizioni fisiche del presidente Silvio Berlusconi dopo l’aggressione di domenica sera in piazza Duomo a Milano, a conclusione del comizio del Pdl, sono più gravi del previsto: naso fratturato, due denti rotti, nutrizione difficoltosa, mal di testa e 20 giorni di prognosi.

Il premier, vittima del gesto di uno psicolabile, Massimo Tartaglia, resterà per ora nelle mani dei medici dell’ospedale San Raffaele di Milano dove è stato subito ricoverato.

«Domani decideremo ma non è detto che venga dimesso, nel senso che le conseguenze sono più gravi di quello che potevamo dire ieri sera: per cui non si parla assolutamente di dimissioni per le prossime 24 o 36 ore», ha affermato il primario e medico di fiducia, Alberto Zangrillo.

«Il presidente del consiglio – ha proseguito – si nutre a fatica ed è sottoposto a terapia antibiotica e analgesica. L’intervento chirurgico – ha detto – è stato scongiurato. Non riprenderà l’attività lavorativa prima di 10 giorni».

Intanto, alza la voce il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che avverte: «Non si alimentino tensioni, si misurino le parole, dovunque si parli: nelle piazze, nei congressi di partito e in tv. Ciascuno faccia la sua parte restando nei limiti fissati dalla Costituzione».

«È stato colpito e ferito il presidente del Consiglio e, anche se verrà verificato che si è trattato di un gesto di uno sconsiderato, dobbiamo essere tutti egualmente allarmati. E quando dico tutti intendo tutti gli italiani che credono nella democrazia e hanno a cuore che venga garantita la pacifica convivenza civile», ha ribadito il Capo dello Stato intervistato dal direttore del Tg2, Mario Orfeo.

«Il Paese – prosegue Napolitano – deve essere governato serenamente e vedere affrontati i suoi tanti problemi. All’opposizione tocca una funzione essenziale in un sistema democratico, controllare e criticare e proporre con tenacia in un Parlamento che, come dice la Costituzione, è eletto per cinque anni».

«Quindi non si alimentino tensioni né da una parte, cercando scorciatoie, né dall’altra parte vedendo complotti anziché riconoscere dissensi. Ciascuno faccia la sua parte restando nei limiti del proprio ruolo, fissato dalla Costituzione: la politica, il governo, l’opposizione, la giustizia e dunque gli organi preposti all’attività giudiziaria».