Inciucio, “il vero significato della parola”: Corrado Stajano sul Corriere

Pubblicato il 2 Maggio 2013 - 10:07| Aggiornato il 3 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che significa la parola inciucio? Il termine (accostato per la prima volta alla politica nel 1995) è stato accostato negli ultimi tempi alla nascita del governo guidato da Enrico Letta. Corrado Stajano, per il Corriere della Sera, se l’è fatto spiegare da Ermanno Rea, lo scrittore di Mistero napoletano

Di origine onomatopeica, la parola nasce dal verbo inciuciare, parlar sommessamente, spettegolare e di qui il sostantivo pasticcio, intrigo, accordo improprio, pastrocchio tra diversi. Una pratica da comari napoletane sedute fuori dai bassi nel vicolo. Di là dalle Alpi si prediligono termini più solenni, Grosse Koalition, Union sacrée. Qui da noi, in modo più casalingo, larghe intese, espressione del consociativismo pudìco.

Tutti contenti, ora. Se non ci fosse stato il crimine di piazza Colonna, segno pericoloso di una società profondamente smarrita, lo sarebbero ancora di più. Si parla e si scrive di un governo nuovo, anche se è nato centellinando il vecchio e consolidato manuale Cencelli. Si pone l’accento sulle donne — una scelta positiva — e sui giovani (la media è di 53 anni). Ci si dimentica l’inciucio, si è fatto di tutto per mascherarlo con uomini di poco peso; con un finto giovanilismo servito a lasciar fuori i leader più compromessi degli ultimi vent’anni.

L’inciucio è nel sangue di una certa politica, non solo di oggi, dai comunisti-miglioristi ai dorotei della Dc che sarà felice, nell’aldilà, nel vedere i suoi eredi accomunati in numero elevato in entrambi gli schieramenti. Non è facile mettere insieme gruppi con principi opposti nella politica e nella società. Il Pdl, rinato, vuole a tutti i costi il rispetto dei suoi otto punti elettorali. Il Pd si è dimenticato delle promesse fatte ai suoi elettori: «Mai con Berlusconi»