Letta, Imu e Berlusconi, Travaglio e Giornale: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Agosto 2013 - 08:16 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Letta respinge gli ultimatum.” Ambizioni perdute di un presidente. Editoriale di Sergio Romano:

“Prima di partire per qualche giorno di riposo in uno dei luoghi più amati dai presidenti americani, Barack Obama ha annunciato la riforma del Patriot Act, vale a dire di quella legge marziale con cui il suo predecessore, dopo gli attentati dell’11 settembre, aveva enormemente aumentato, a scapito dei diritti civili, i poteri dei servizi di polizia e sicurezza. È probabile che questo fosse da tempo il suo desiderio. Ma ha potuto agire soltanto dopo le rivelazioni di un uomo che la Casa Bianca è costretta a definire «traditore». Il «caso Snowden» ha avuto quindi tre effetti imprevisti. Ha permesso a Obama di essere finalmente «liberal», ma ha guastato i suoi rapporti con Putin e ha reso poco efficace, se non addirittura risibile, l’accusa delle «aggressioni cibernetiche» che gli Stati Uniti hanno recentemente rivolto alla Cina. Non è tutto. Mentre Obama iniziava le sue vacanze, una ennesima catena di attentati gli ha ricordato che in Iraq, dopo la partenza delle truppe americane, il numero delle vittime sembra destinato ad avere proporzioni siriane: 1.075 morti e 2.327 feriti nel corso del mese di luglio.
Questi sono soltanto due esempi delle disavventure che hanno turbato i sonni di Obama. Quando fu eletto, nel 2008, voleva fare esattamente il contrario di ciò che aveva fatto George W. Bush. Voleva incoraggiare la democrazia nel mondo musulmano con generose dichiarazioni di fiducia, tendere una mano all’Iran, liberare i prigionieri di Guantánamo, chiudere il più rapidamente possibile la partita afghana e quella irachena, promuovere la soluzione della questione palestinese, «resettare» i rapporti con la Russia.”

Sgravi fiscali e nuova cedolare. Piano per rilanciare gli affitti. Il dossier di Valentina Santarpia:

“Il mercato dell’affitto è al tracollo. Con i proprietari sempre più tartassati — l’anno scorso hanno pagato 51,3 miliardi in tasse sulla casa — e le locazioni che sono crollate del 30%, i canoni non hanno più un mercato, si decidono nella singola trattativa. Per evitare che una fascia intera di popolazione, quella che sta a metà tra i più abbienti e gli inquilini delle case popolari, resti senza casa, il governo è sul punto di varare una serie di modifiche per rilanciare gli affitti: costo totale stimato, 500 milioni. L’appuntamento utile potrebbe essere quello del 28 agosto, quando verrà discusso il «piano casa» dal Consiglio dei ministri. Che non potrà esimersi dal rivedere la nuova tassa sulla pertinenza energetica (Ape) che grava sui fitti.
Sul tavolo ci sono tre proposte, accolte in parte dalla commissione Finanze del Senato, in parte da un ordine del giorno sostenuto dal governo durante l’esame a Palazzo Madama del decreto lavoro, tutte discusse con Confedilizia.
La prima è il ripristino della deduzione del 15%, ai fini dell’Irpef per gli immobili affittati, riconoscendo così ai proprietari una «spesa forfettaria» di produzione di reddito: si tratterebbe in realtà di riportare alle origini una norma modificata dalla legge Fornero, che ha portato al 5% la deducibilità. Questa modifica avrebbe un costo di 365 milioni di euro.”

Suicida a 14 anni, l’ombra dell’omofobia. Al setaccio sms e pc. Articolo di Rinaldo Frignani:

“Mazzi di fiori e una madonnina di legno fra le erbacce cresciute sul marciapiede. Su un biglietto viola qualcuno ha scritto «Riposa in pace, piccolo tesoro». Le persiane del palazzone rosso a Torraccia di San Basilio, a due passi dal Raccordo anulare, sono quasi tutte abbassate. Un po’ per il caldo, un po’ perché gli inquilini sono partiti per le vacanze. Ma chi è rimasto ricorda bene il piccolo Marco (un nome di fantasia), 14 anni e mezzo, morto la notte di mercoledì scorso dopo un salto dal terrazzo condominiale.
Un suicidio sul quale ora indaga la Procura, che ha aperto un fascicolo contro ignoti e secretato gli atti dove c’è anche il biglietto d’addio che il ragazzino ha lasciato ai genitori: l’ultimo messaggio nel quale il quattordicenne avrebbe rivelato di essere omosessuale. Sulla vicenda continua a esserci il massimo riserbo. Anche perché l’indagine punta ad accertare se il giovane sia stato indotto a togliersi la vita da insulti e offese fuori casa — in ambito scolastico o nel giro di amicizie nel popolare quartiere alla periferia est della Capitale — proprio perché gay.
Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno sequestrato il computer e il telefonino del quattordicenne, figlio unico di una coppia di impiegati: saranno analizzati per verificare se il giovane sia stato vittima di episodi di cyberbullismo o di discriminazione sui social network oppure per sms. Nulla viene lasciato al caso anche se c’è il sospetto che l’adolescente — descritto nel quartiere come «educato, silenzioso, molto protetto dai genitori, forse sensibile alle critiche e più giovane dell’età che aveva» — abbia deciso di farla finita perché impaurito dallo svelare quello che stava provando e dalle conseguenze che questo avrebbe potuto avere.”

“Ma mi faccia il piacere…” L’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano:

Per leggere l’articolo completo: Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Incandidabilità Berlusconi? Mi faccia il piacere…”

 

Odo Augelli far festa. “Se stiamo facendo melina? Mi sento di escluderlo. Ieri sera abbiamo iniziato la discussione alle 20. 15 e alle 21. 45 era già chiusa” Andrea Augello, Pdl, relatore sulla decadenza e l’incandidabilità di Berlusconi nella giunta per le elezioni del Senato, il Messaggero, 9-8). Beh in effetti, con ben un’ora e mezza di discussione al giorno, melina è la parola sbagliata. Quella giusta è parèsi. Stefano 1 a Stefano 2. “Nessun rinvio per favorire il Cavaliere” (Dario Stefano, Sel, presidente della giunta per le elezioni del Senato, la Repubblica, 9-8). “In giunta non faremo gli ultrà” (Dario Stefano, Sel, presidente della giunta per le elezioni del Senato, Corriere della sera, 9-8). Chissà che dirà quando lo intervisterà il Giornale. Samsonite. “I giudici di Cassazione hanno violato tutti i protocolli, hanno chiamato i giornalisti ad assistere allo show, per spettacolarizzare la sentenza e la propria affermazione di potere…”

 La Stampa: “Letta, doppia sfida a Berlusconi.” Pdl, scende la grazie, sale l’insofferenza. Editoriale di Ugo Magri:

“Brunetta e Alfano si sono avventati a raccogliere il buono che c’è, dal loro punto di vista, nelle dichiarazioni da Baku di Letta. Vale a dire l’impegno implicito a cancellare l’Imu, sempre che il governo vada avanti si capisce. Ma il grosso del Pdl, incominciando dal Fondatore, ha reagito con una certa malcelata insofferenza.”

Letta a Baku: col gas del Caspio pagheremo bollette più leggere. Dall’inviato Marco Bardazzi:

“Enrico Letta si affaccia dalla terrazza del palazzo presidenziale di Baku e lancia uno sguardo allo spettacolo del sole riflesso sul Mar Caspio. Là sotto la superficie, come testimoniano piattaforme e trivelle in lontananza, ci sono le riserve di gas destinate in futuro ad alleggerire i costi della bolletta energetica degli italiani. «Paghiamo troppo ed è per questo che sono venuto qui», spiega il presidente del Consiglio, il primo capo di governo italiano a visitare in forma ufficiale l’Azerbaigian. Al suo fianco il padrone di casa, il presidente azero Ilham Aliyev, annuisce: «Abbiamo enormi riserve disponibili, ora cerchiamo le modalità per cooperare con l’Europa». L’incontro tra Letta e Aliyev è servito per decidere i prossimi passi strategici dopo la scelta azera di accedere alla rete di distribuzione europea attraverso il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (Tap), che convoglierà il gas del Caucaso verso la Puglia, passando da Grecia e Albania.”

Ecco le navi-madre, l’ultima invenzione degli scafisti. Scrive Francesco Grignetti:

“L’hanno vista bene, fotografata, filmata. Un grosso peschereccio con un barcone a rimorchio. A bordo, oltre ai normali pescatori, un centinaio di migranti stipati sul ponte. Accadeva il 25 luglio scorso, 130 miglia al largo di Roccella Jonica, mare di Calabria. Quando il peschereccio s’è accorto di essere stato avvistato s’è precipitato a scaricare il suo carico dolente sul barcone al traino – che poi è stato soccorso a 90 miglia – ha girato la prua verso il mare aperto. L’hanno anche inseguito, ma senza riuscire a bloccarlo. E così, però, c’è la prova di come stanno cambiando le tecniche degli scafisti. Vengono da lontano, da porti della Turchia o dell’Egitto. Il biglietto costa caro: fino a 15 mila dollari. Però il successo è quasi sicuro. I mercantili dei pirati attraversano il Mediterraneo fin verso le nostre acque territoriali e quando sono abbastanza vicini alla costa, mollano il barcone con i migranti.”

Il Giornale: “La lobby dei giudici rossi.” Un campionato truccato. Editoriale di Alessandro Sallusti:

La magistratura di sini­stra, ideologica e setta­ria, non è un’invenzio­ne, o addirittura una pa­ranoia, del berlusconismo. Nel corso degli anni le toghe rosse hanno seminato tracce documen­tali che le configurano come una setta a tratti segreta. Lo ammise anche Massimo Caprara, segreta­rio particolare di Palmiro Togliat­ti e membro del comitato centra­le del Pci. Nel 2005, testimonian­do­a Trento in un processo per dif­famazione, Caprara svelò l’esi­ste­nza di un registro segreto di ma­gistrati iscritti al Pci che era custo­dito a Mosca. Craxi, in tempi non sospetti, confidò di essere venuto a conoscenza di scuole del Pci per formare magistrati organici al par­tito e Cossiga, nel 1997, ascoltato dalla commissione stragi, sosten­ne che la magistratura occupava uno dei livelli della Gladio rossa, la struttura paramilitare e clande­stina che doveva essere pronta a ribaltare lo Stato democratico. A metà degli anni Sessanta accad­de un fatto nuovo, destinato a cambiare per sempre la giustizia italiana. Alcuni magistrati usciro­no allo scoperto fondando, cosa senza precedenti in Paesi occi­dentali, una corrente ideologica di sinistra chiamata Magistratura democratica, alla quale aderì (e aderirà più tardi) la maggior parte dei pm e dei giudici italiani, poi protagonisti delle inchieste che azzerarono tutti i partiti meno il Pci (Tangentopoli) e più di recen­te della maggior parte dei 42 pro­cessi contro Berlusconi. Il Pm in­daga e propone, il suo compagno di corrente giudice dispone. Chi è iscritto a Magistratura democrati­ca fa politica, dichiara la sua fede e combatte apertamente le altre, partecipa a convegni e dibattiti per orientare scelte legislative, al­cuni si fanno eleggere in Parla­mento, ne abbiamo pure visto uno, Ingroia, fondare un partito e candidarsi premier contro i suoi inquisiti di centrodestra. Una ano­malia che ormai si è radicata in tut­ti i livelli di giudizio.”