Watson, scoprì molecola Dna. Ipotesi nuova cura anti-cancro: stop antiossidanti

Pubblicato il 9 Gennaio 2013 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA
James Dewey Watson

CHICAGO – Il premio nobel per la medicina James Dewey Watson, biologo statunitense che scoprì la struttura della molecola di Dna insieme a Francis Drick e Maurice Wilkins, riaccende la speranza su una possibile nuova cura contro il cancro. Watson ha puntato la sua attenzione su un gruppo di molecole chiamate ROS (Reactive Oxygen Species) ovvero i cosiddetti antiossidanti, da sempre considerati alleati delle cellule e nemici dell’invecchiamento, che giocano un ruolo fondamentale in molti processi chimici.

La proposta di Watson è destinata a far discutere. Consiste infatti nell’eliminare gli antiossidanti dalla dieta. E’ stata formulata dal Nobel considerando il delicato equilibrio che esiste all’interno delle cellule tra sostanze ossidanti (le molecole che permetto lo scambio di ossigeno) e gli antiossidanti (molecole che contrastano gli effetti negativi degli ossidanti).

Nel 1962, a soli 34 anni,  Watson rivelò al mondo il mistero della doppia elica. Nel 2013 a 84 anni, ipotizza una nuova cura per i tumori, in particolar modo quelli inguaribili. La sua tesi, però è stata accolta con grande scetticismo da parte della comunità scientifica sia per quanto riguarda le conclusioni proposte dallo scienziato che per il rischio di fare disinformazione.

Secondo lo scienziato i ROS “hanno una funzione cruciale, perché da un lato hanno una parte importante nell’apoptosi, cioè il meccanismo naturale che spinge le cellule con il Dna troppo danneggiato a suicidarsi, ma dall’altro sono capaci di danneggiare irreversibilmente i componenti della cellula, proteine chiave e acidi nucleici”.

In sostanza, sostiene Watson, nei tumori in stadio avanzato gli antiossidanti promuovono la progressione della malattia, rafforzando le cellule malate e rendendole resistenti alle terapie.. La capacità di uccidere le cellule che caratterizza le terapie anticancro è basata sull’azione delle Ros nell’indurre le cellule sotto stress a suicidarsi. E la difficoltà di rispondere ai trattamenti potrebbe essere dovuta alla presenza di alti livelli di antiossidanti che le distruggono.

Quando non sono necessarie per frenare cellule imprevedibili e fuori controllo, le Ros sono costantemente neutralizzate da proteine antiossidanti. Questo spiegherebbe perché quelle forme di cancro che diventano resistenti alla chemio lo sono perlopiù anche alla radio. La caratteristica comune è la dipendenza, sempre presente, dal ruolo giocato dai ROS nell’uccidere le cellule malate.