Caso Battisti, una biblioteca veneziana mette all’indice i “cattivi pensatori”

Pubblicato il 16 Gennaio 2011 - 21:55 OLTRE 6 MESI FA

Non ho simpatia alcuna per il signor Battisti, non lo considero un prigioniero politico, ma un assassino e penso anche che il presidente Lula abbia commesso un grave errore politico nel negare l’estradizione.

Tutto ciò premesso,  trovo incredibile e indecorosa la proprosta che è stata avanzata da un assessore della giunta di centro destra che governa la provincia di Venezia di mettere al bando dalle biblioteche e di non invitare più come conferenzieri  tutti quegli scrittori che, nel tempo, hanno firmato manifesti critici verso la richiesta di estradizione.

Comprendo le giuste proteste dei familiari, solidarizzo con tutte le iniziative che sono state assunte e saranno assunte per sollecitare una revisione della decisione,  ma invito a diffidare da quest’altro tipo di campagne fondate sul boicottaggio dei libri e delle idee che non  piacciono.

Nell’elenco dei libri e deglii autori proibiti, una sorta di moderno indice, figurano scrittori come Tiziano Scarpa, autore di ” Stabat mater”, Massimo Carlotto, giallista di fama internazionale, e ancora Lello Voce, per citarne solo alcuni, Roberto Saviano si è salvato dal simbolico rogo solo perchè  ha dichiarato di aver firmato per sbaglio e comunque in modo inconsapevole.

Queti  appelli, almeno dal mio  punto di vista, non erano e non sono condivisibili, ma si può proprorre il boicottaggio delle opere degli auori che hanno firmato? Perchè applicarlo in questa  occasione e non in altre?

Per esempio si possono tenere nelle bibilioteche civiche o invitare come conferenzieri persone già condannate? Come regolarsi con quei politici italiani inquisiti o condannati per reati gravi e infamanti? Perchè non si propongono analoghe campaghe nei confronti di quegli autori  e quegli scrittori che hanno immemdiatamente sposato la tesi dei governi americani a proposito dell’assassinio del funzionario di polizia Nicola Calipari? Eppure anche in questo caso il governo Usa non solo ha detto delle bugie, ma ha anche rifiutato di consegnare  all’Italia i responsabili, come già era accaduto all’epoca della tragedia del Cermis.

Per quale ragione da tempo abbiamo rinunciato a chiedere spiegazioni sugli assassini del cronista di radio radicale Russo, freddato in Cecenia, o sul fotoreporter Ciriello, colpito da un cecchino israeliano? Perché mai in questi casi le nostre autorità hanno preferito glissare?

La strada del boicottaggio e delle liste di proscrizione è sempre sbagliata, nei confronti di chiunque, non rafforza di certo la posizione di chi vuole riprotare Battisti in Italia e potrebbe avere l’unica conseguenza di generare un processo di perversa imitazione.

Gli esponenti della destra italiana, a venezia e non solo, invece di fare confusione e di promuovere campagne per il boicottaggio, farebbero bene a domandarsi perchè, anche nell’ultimo viaggio in Brasile, Berlusconi non abbia sentito il bisogno di far sentire la sia voce in modo fote e chiaro. Non lo ha fatto perchè spesso troppo spesso chi governa, e non solo i governi di destra, è più preoccupato dei rapporti commerciali e delle transazioni economiche che non dei diritti umani e civili che, per rubare la battuta al ministro Tremonti, sono considerati ” roba che non si mangia”.