“Studia e impara la musica altrimenti non mangi”: il metodo Shanghai divide i genitori

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA

Le madri orientali migliori di quelle occidentali? Il Wall Street Journal scatena il dibattito. A dare il via alla polemica una professoressa di Yale di origine cinese che racconta come educa i propri figli. “Costrinsi la mia bambina a imparare a suonare un brano al pianoforte proibendole persino di mangiare. Lei capì che non ci si deve mai arrendere”, scrive nel saggio Amy Chua, docente di legge alla Law School dell’Università di Yale.

Sul web immediatamente si è scatenato il dibattito. Ecco cosa prevede la ricetta di Ch, regole ferree. Vietato qualsiasi strumento che non sia il piano o il violino. Altrettanto vietato è il non suonare uno strumento. Inconcepibile non prende il massimo dei voti e non essere il primo della classe in ogni materia, tranne ginnastica e teatro. Per quanto riguarda le attività extrascolastiche, il bambino non ha voce in capitolo: tocca alla madre scegliere per lui. Vietato lamentarsi se il bambino riceve un diniego dalla madre.

E ancora. La rigidità asiatica proibisce che i bambini partecipino alle recite scolastiche: troppa distrazione dai doveri. Passare le ore davanti alla tv o ai videogiochi è da ritenersi assolutamente fuori questione. Da evitare assolutamente gli sleepover, le nottate passate dagli amici tipiche dei preadolescenti. Banditi gli incontri tra bambini e genitori per i pomeriggi.

Ma può l’eccellenza nella musica o in altre discipline scientifiche fare la felicità dei nostri figli? E bastano queste abilità per avere successo nella vita? Su questi dilemmi si stanno confrontando i lettori. Nei post si trova di tutto. Certo, prevale l’indignazione per il sistema da lager. Che ne è inoltre, molti si chiedono, della creatività, della socialità, dell’importanza di imparare a fare squadra?

Il metodo cinese, però, riscuote anche consensi, soprattutto da quanti e non sono pochi credono che il permissivismo dei Paesi occidentali sia andato troppo oltre. Di sicuro il tema è caldo, perché tocca punti sensibili come l’educazione dei figli, le differenze culturali e il nazionalismo.