Calcio scommesse, Gip: “Così funzionava la grande truffa”

Pubblicato il 1 Giugno 2011 - 20:26 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 1 GIU – ''Un palo, una traversa, un rigore imprevisto, possono influire sul risultato programmato''. E' il cosiddetto ''rischio di impresa'' in un panorama squallido del mondo del calcio descritto impietosamente nell'ordinanza del gip di Cremona, Guido Salvini, che ha disposto gli arresti per 16 persone, mentre altre 28 sono indagate a piede libero.

Tra gli arrestati, l'ex calciatore Beppe Signori e, tra gli indagati, l'ex marito di Simona Ventura, Stefano Bettarini. Quella che emerge, in sostanza, e' una nuova 'Calciopoli'.

''Nel senso che gli associati – scrive il gip – mettono gia' in programma che alcune partite potrebbero non andare in porto, ma quello che conta, e che effettivamente accade, e' che la maggior parte dei risultati auspicati, oggetto delle scommesse, vengano raggiunti''.

Il gruppo dei Bolognesi e degli Zingari, cosi' come sono suddivisi nell'ordinanza i due gruppi ai quali facevano capo le scommesse, non dormivano serenamente. ''L'organizzazione va in crisi soltanto quando si verificano consecutivamente piu' risultati negativi, che determinano una sorta di spaccatura tra il suo braccio operativo e quello degli scommettitori – scrive – -. A questo punto si mettono in moto dei meccanismi risarcitori che non sempre sono efficaci, in quanto generalmente sono basati sul recupero delle somme perse attraverso il raggiungimento di successivi obiettivi''.

''La frequenza delle manipolazioni e' impressionante'', rileva il giudice, persino si arriva ''a situazioni in cui sono gestite contemporaneamente fino a cinque partite di calcio da manipolare''.

Dalle intercettazioni, inoltre, ''emerge l'esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compera delle partite''. ''Il 24 marzo, uno degli indagati – scrive il gip – afferma al telefono che i prezzi 'sono alti' e che 'la B in giro la pagano 120 la C la pagano 60'''. ''Che si tratti di un riferimento alla corruzione appare pacifico – annota il giudice – in quanto subito dopo l'indagato afferma che agli Zingari facciamo pagare il Sassuolo'', ed e' ''evidente che gli Zingari intendevano andare nell'albergo ove era ospitato il calciatore del Sassuolo Quadrini Daniele con i suoi compagni, per pagare il prezzo della loro corruzione''.

Infine: ''… nessun giocatore si puo' esporre a gesti troppo clamorosi, in quanto potrebbe essere smascherato dalla giustizia sportiva. A volte si verificano circostanze imprevedibili, e non basta piu' la buona volonta' del singolo giocatore. Si vedano le due partite del Micolucci (giocatore dell'Ascoli – ndr), rimasto isolato, che si lamenta affermando che lui non poteva certo portare la palla nella porta della sua squadra. Un palo, una traversa, un rigore imprevisto, possono influire sul risultato programmato''.