Calcio scommesse, Gip Cremona: “Sculli collegato a criminalità”

Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

CREMONA – Il Gip di Cremona Guido Salvini, nell’Ordinanza con cui respinge la richiesta di arresto per il calciatore del Genoa Giuseppe Sculli, sottolinea da parte del giocatore “l’utilizzo di personaggi inquadrabili nella criminalità organizzata, quale l’albanese Altic, attualmente detenuto per fatti concernenti la droga; i rapporti con la parte più estrema degli ”ultras” del Genoa, quali Leopizzi, già coinvolto in fatti concernenti l’alterazione dei risultati di partite di calcio e recentemente coinvolto negli incidenti avvenuti 22 aprile 2012 allo stadio di Marassi”.

Dall’ordinanza emerge poi che, a seguito di alcune intercettazioni telefoniche, Sculli, pochi giorni dopo la partita Lazio-Genoa, sarebbe entarto in possesso “di una consistente somma di denaro, a Milano, che viene fortemente richiesta e sollecitata da Altic e dai suoi sodali. Sculli disporrebbe di 50mila euro e viene rappresentato dagli interlocurori la necessità di entrarne in possesso, atteso anche il consistente importo”. Peraltro, si legge ancora nell’ordinanza, “la sera del 16 maggio Sculli è a Milano in coincidenza con un summit “avvenuto per la spartizione delle vincite conseguenti alla partita Lazio-Genoa”. Presente quello stesso giorno a Milano, tra gli altri, anche Milanetto.

Il gip ricorda poi come Sculli non sia nuovo a fatti del genere. “Egli risulta essere già stato implicato (e quindi squalificato dalla giustizia sportiva per 8 mesi), in vicende relative all’alterazione di eventi sportivi, precisamente nella partita Crotone-Messina del campionato di serie B, 2001-2002, il coinvolgimento nell’illecito sportivo emergeva nel contesto di una più ampia inchiesta penale diretta in quegli anni dalla Dda di Reggio Calabria, su ambito ‘ndranghettistici locali contigua la figura del bos, Giuseppe Moravito, detto Peppe Tiradritto, nonno di Giuseppe Sculli. Le indagini, ricorda il gip, erano tese infatti alla sua cattura che avverrà in seguito. In detto ambito venne attenzionato il contesto familiare del latitante e tra questi anche la figura del nipote calciatore, all’epoca in forza al Crotone. Dalle attività svolte dai carabinieri erano emersi rapporti tra lo stesso Sculli e i calciatori e dirigenti del Messina »tesi a favorire la vittoria della squadra peloritana in occasione dell’ultima giornata del campionato cadetto di quella stagione”. Il gip ricorda come i rapporti tra Sculli, Milanetto e Mauri risalgano alla stagione calcistica 2002-2003 quando tutti militavano nel Modena calcio.