Fabrizio Miccoli indagato, “dava sim pulite al figlio del latitante Lauricella”

Pubblicato il 14 Maggio 2013 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA

Fabrizio Miccoli indagato, "dava sim pulite al figlio del latitante Lauricella"PALERMO – Fabrizio Miccoli, attaccante e capitano del Palermo, è indagato nell’ambito di un’indagine della Dia su schede per cellulari contraffatte. Il calciatore rosanero si sarebbe fatto consegnare schede “pulite” e ne avrebbe poi ceduta una al figlio del latitante Antonio Lauricella. Lo racconta Salvo Palazzolo sull’edizione palermitana di Repubblica:

Quattro palermitani sono stati convocati in caserma e si sono sentiti fare una domanda lapidaria: «Lei conosce il signor Fabrizio Miccoli?». Qualcuno ha risposto: «Tutti i palermitani lo conoscono, è il capitano del Palermo». I quattro signori citati dalla Dia sono tutti di provata fede rosanero, ma nessuno di loro ha mai frequentato Miccoli, né gli ha mai regalato una scheda telefonica. Eppure, capitan Miccoli utilizzava quattro telefonini intestati a quegli ignari palermitani. E uno di questi apparecchi sarebbe stato prestato dal giocatore del Palermo al suo amico Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa arrestato nel settembre 2011.

Sono giornate nere per Fabrizio Miccoli. Prima la batosta della retrocessione, adesso la svolta dell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal suo pool: Miccoli è indagato per accesso abusivo a un sistema informatico, «in concorso» con il titolare di un centro Tim del centro città. Secondo la ricostruzione del centro operativo Dia di Palermo, il capitano rosanero avrebbe chiesto al dealer di fargli avere quattro telefonini «puliti»: il commerciante avrebbe esaudito la richiesta intestando le schede ad alcuni suoi clienti. E nel giro di qualche ora Miccoli ebbe i suoi cellulari.

Miccoli, dal canto suo, non ha mai nascosto l’amicizia con Mauro (che non ha mai avuto guai con la giustizia). Il reato previsto dall’articolo 615 del codice penale prevede una condanna fino a tre anni.