Milan. Scrivi Mr Bee, leggi Berlusconi? E stadio non si fa..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Settembre 2015 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA
Milan. Scrivi Mr Bee, leggi Berlusconi? E stadio non si fa..

Milan. Scrivi Mr Bee, leggi Berlusconi? E stadio non si fa..

MILANO – Mr Bee, il magnate thailandese Taechaubol che si è impegnato a rilevare il 48% del Milan, è atteso per la settimana prossima quando ci sarà il derby con l’Inter, ma non porterà con sé i quasi 500 milioni necessari. Secondo il Gazzettino nemmeno il progetto stadio individuato nell’area di Portello si farà.

Con sé però non porterà i quasi 500 milioni di euro che dovrà investire nella società rossonera del quale è diventato vicepresidente. Il closing dell’affare (su cui vigila anche la Guardia di Finanza) è previsto per il 30 settembre e, a 37 giorni di distanza dall’accordo raggiunto con Silvio Berlusconi, il magnate thailandese Bee Taechaubol non ha ancora completato il suo pagamento.

Il suo arrivo a Milano è atteso tra il 7 e l’8 settembre. Tiene banco anche la questione stadio di proprietà con l’opzione Portello, l’area di fronte a Casa Milan, che sembra stia perdendo quota. Già ad agosto il presidente Berlusconi aveva espresso qualche perplessità di natura economica e progettuale. Lo stesso Mr Bee preferirebbe un impianto più capiente dei 48mila previsti dal progetto iniziale. (Il Gazzettino).

“Dai fondi neri ai fondi rossoneri”. A proposito di Mr Bee, tuttavia, tiene banco in queste ore l’anticipazione di un’inchiesta dell’Espresso (esce oggi in edicola) che fa un po’ di luce sul capitale in arrivo, suggerendo un’origine molto meno esotica di quanto si pensi. I consulenti del compratore Mr Bee sono vecchie conoscenze della Fininvest.

La loro carriera è iniziata una ventina di anni fa a Londra nel gruppo del finanziere Ali Sarikhani, in particolare negli uffici della Edsaco che amministravano la rete di società estere riconducibili a Berlusconi e che gli sono costate la condanna per frode fiscale. Gerardo Segat, Paolo Di Filippo e Andrea Baroni, fondatori della società di Lugano Tax & Finance assistono oggi l’uomo d’affari thailandese.

La sentenza definitiva dello stesso caso giudiziario spiega che durante quella movimentata perquisizione, come ricostruisce l’Espresso, alla polizia inglese furono nascosti i fascicoli sulle offshore personali di Berlusconi. Società-cassaforte scoperte dai magistrati solo dieci anni più tardi, proprio con l’indagine sui diritti tv di Mediaset. Quelle offshore, come hanno poi accertato i giudici, custodivano più di 300 milioni di dollari, accumulati su conti esteri mai dichiarati al fisco.

La Tax & Finance di Lugano, scrive l’Espresso, è una società di consulenza, specializzata in finanza offshore, che oggi vanta circa mille clienti, un centinaio di dipendenti e una rete di filiali estesa da Panama a Dubai, dal Lussemburgo a Dublino, da Montecarlo fino alla Nuova Zelanda. La galassia T&F ha anche una holding Cipro e ottimi agganci nel mondo dei milionari russi. (Paolo Biondani, Vittorio Malagutti, L’Espresso).