Una perla nascosta tra le colline molisane - blitzquotidiano.it
Un borgo affascinante, nascosto tra le rocce e le montagne, dal nome altisonante e dalla storia affascinante.
C’è un angolo d’Italia in cui la pietra non è solo paesaggio, ma memoria, un luogo sospeso tra antichi silenzi e roccia viva. Dove il passato affiora a ogni passo, raccontando una storia incisa nella materia stessa del borgo, fatti di sassi ammassati gli uni sugli altri.
Nel cuore del Molise ma lontano dai riflettori del turismo di massa, sorge Pietracupa, un piccolo ma straordinario borgo rurale, unico nel suo genere. Adagiato tra colline verdi e cieli sconfinati, il paese custodisce acora la sua anima autentica, originale, che conquista lentamente, senza clamore o grandi dimostrazioni.
La perla nascosta del Molise
La protagonista assoluta a Pietracupa è la Morgia, un monolite calcareo formatosi circa 50 milioni di anni fa, che adesso svetta imponente tra le case. Questa rupe, nata quando la zona era ancora un fondale marino, ha plasmato il destino di Pietracupa, non è solo roccia, è simbolo e identità.

Abitare la pietra, in questi luoghi, non era scelta, ma necessità, le cavità naturali sono state nel tempo anche rifugi, magazzini e stalle. Oggi, camminando attorno alla Morgia, si legge la storia con gli occhi, ogni grotta è racconto, ogni fessura è memoria scolpita nel tempo stesso.
Nel paese, i vicoli sono stretti e silenziosi, le case di pietra si confondono con il paesaggio, che si offre a chi sa osservare. La Chiesa di San Gregorio Magno accoglie i visitatori con la sua sobrietà, ma all’interno custodisce una spiritualità profonda e coinvolgente, ancora molto sentita.
La facciata è semplice, l’architettura lineare, ma le sue statue lignee e l’antico fonte battesimale raccontano la devozione iù che secolare di un’intera comunità. Dal sagrato, il panorama è mozzafiato, colline morbide si rincorrono all’orizzonte, sospese nella quiete, come se fossero ferme nel tempo, una diapositiva, un istante.
Poco distante si trova la Chiesa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e delle campagne, santo molto amato in questa zona rurale del Molise. La chiesa, con la sua facciata in pietra locale, è ancora oggi fulcro di riti e processioni, che si susseguono ormai da secoli
All’interno si respira la fede popolare, ex voto, paramenti ricamati, simboli contadini, da qui partono sentieri che si snodano tra boschi e campi. Come nel medioevo più classico, la chiesa è il centro del paese e le strade che si diramano da qui, escono verso la natura incontaminata.
Ma il luogo forse più affascinante è la Chiesa Rupestre, scavata direttamente nella Morgia, non costruita, ma scolpita nel cuore stesso della roccia millenaria. Una sorta di un santuario primitivo che parla con il silenzio, fatto di pareti grezze, luce fioca e una croce, nulla di più.
