BERLUSCONI E LA COLLABORAZIONE CON L’OPPOSIZIONE

Pubblicato il 26 Aprile 2008 - 17:10 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera pubblica un editoriale di Angelo Panebianco sulla collaborazione tra centrodestra e opposizione intitolato ”Lo spirito giusto”. Lo riportiamo di seguito:

”All’indomani della vittoria del centrodestra era lecito chiedersi se le profferte di collaborazione con l’opposizione avanzate da Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale sarebbero state subito accantonate. Non è stato così. La richiesta, clamorosa e senza precedenti nella storia della Repubblica, che Berlusconi ha fatto al giuslavorista Pietro Ichino, neoeletto nelle liste del Partito democratico, di entrare a far parte del nuovo governo, conferma che il vincitore delle elezioni punta effettivamente a una cooperazione ampia e a relazioni diverse da quelle del passato con l’opposizione parlamentare.
E’ stata evocata la Francia di Sarkozy. Ma ci sono, fra Italia e Francia, troppe differenze di contesto, di uomini, di stili politici, perché il parallelo sia davvero convincente. Nel caso italiano vale assai di più il diffuso riconoscimento che i nostri problemi sono troppo gravi e complessi per poter essere avviati a soluzione perpetuando il clima da guerra civile e da muro contro muro che ha caratterizzato le precedenti esperienze di governo dal 1994 in poi. Ichino ha declinato l’invito ma lo ha fatto con parole che non chiudono le porte alla possibilità di convergenze fra maggioranza e opposizione su quelle tematiche del lavoro di cui egli è uno dei massimi specialisti. A differenza di Oscar Giannino che, su Libero, ha criticato la scelta di Ichino, penso che quest’ultimo non potesse fare altrimenti. Sia perché il passaggio di un neoeletto dall’opposizione al governo sarebbe stata giudicata severamente da molti della sua parte politica, sia, e soprattutto, perché Ichino si è dato un compito assai difficile: contribuire alla affermazione, dentro il massimo partito della sinistra italiana, di una visione moderna e realistica dei problemi del lavoro, una visione che a tutt’oggi conta fieri avversari nel sindacato ed è anche destinata, verosimilmente, a incontrare resistenze nello stesso Partito democratico. Come è testimoniato dalle polemiche che, da sinistra, hanno sempre accompagnato gli editoriali che sui temi del lavoro Ichino ha pubblicato per anni sul Corriere, ma anche da certe reazioni stizzite che hanno seguito l’annuncio della sua candidatura al Parlamento. Si è aperta una partita complessa e interessante. Molto, nei rapporti futuri fra governo e opposizione, dipenderà dalle ulteriori mosse di Berlusconi. Ma molto dipenderà dalle risposte dell’opposizione. Per esempio, se Veltroni darà vita a un governo-ombra, oltre alla qualità e alla preparazione delle persone scelte, conterà lo spirito con cui esso opererà. Se il suo compito non sarà solo quello di contrastare l’azione del governo (per far questo non c’è alcun bisogno di governi- ombra) ma anche di favorire convergenze fra maggioranza e opposizione su decisioni importanti, ecco che si tratterà di un’innovazione utile per il Paese. Andrebbe per esempio in quella direzione una rinuncia da parte della maggioranza ad esprimere la presidenza della commissione Lavoro di Palazzo Madama affidandola proprio a Ichino. Certi poveri di spirito (nonché violentatori della lingua italiana) chiamerebbero tutto ciò «inciucio». Si tratterebbe, invece, del superamento di una patologia che ci ha afflitto per anni, dell’avvento di una democrazia parlamentare civile e matura”.