BERLUSCONI: SU CLANDESTINITA’ NON SI TORNA INDIETRO, ANM ALL’ATTACCO

Pubblicato il 6 Giugno 2008 - 06:33 OLTRE 6 MESI FA

Immigrati2 Sulla clandestinità non si torna indietro, la politica italiana infatti è in linea con quella dell’Ue. Il premier Silvio Berlusconi torna a parlare del tema sicurezza in un’intervista telefonica al programma Panorama del giorno. Il ministro dell’Interno Maroni vede nel via libera dell’Ue alla direttiva per rimpatriare gli immigrati clandestini extracomunitari il segnale che il governo ha scelto la «strada giusta». Intanto a Milano nel primo processo sull’aggravante di clandestinità il giudice considera il reato previsto dal Pacchetto Sicurezza come «irragionevole». Ma poco dopo in un altro processo un altro giudice ha respinto l’eccezione di costituzionalità riguardante l’aggravante del reato. Infine l’Associazione Nazionale Magistrati pensa che l’aggravante possa creare «gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e il sistema carcerario».

Berlusconi. «La nostra linea è assolutamente quella della fermezza. C’è stata un’interpretazione malevola di alcuni giornali – spiega Berlusconi riferendosi ai contrasti con la Lega Nord sulla derubricazione del reato di immigrazione clandestina a semplice aggravante – non c’è stato alcun passo indietro». L’obiettivo secondo Berlusconi è quello di «non avere nessuna tolleranza verso chi viola le leggi, comprese quelle sull’immigrazione». Il premier spiega che «il reato di immigrazione clandestina deve però funzionare anche dal punto di vista pratico» per questo è necessario «mettere a punto il sistema più efficace per espellere chi è entrato clandestinamente».

«Politica in linea con l’Ue». Berlusconi ricorda inoltre che la politica in materia di lotta all’immigrazione clandestina è «assolutamente in linea con l’Unione europea» commentando la posizione sancita ieri dai 27 ministri dell’Interno dell’Unione. «Negli incontri che ho avuto con Zapatero e Sarkozy – ha continuato Berlusconi – è emersa una piena condivisione. Con loro lavoreremo ad un progetto politico comune sull’espulsione dei clandestini attraverso accordi con i paesi di origine e gli Stati rivieraschi».

Associazione nazionale magistrati. Con il reato di clandestinità inserito nel pacchetto sicurezza si rischiano «gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e il sistema carcerario». Ad affermarlo è il presidente dell’Asocciazione nazionale magistrati Luca Palamara nella sua relazione di introduzione al congresso del sindacato delle toghe che si svolge all’auditorium Parco della Musica. Palamara ricorda di aver espresso al ministro della Giustizia Angelino Alfano «perplessità sulla proposta di introdurre un delitto di ingresso illegale nel territorio dello Stato con pena fino a 4 anni di reclusione e arresto obbligatorio in flagranza». Secondo Palamarail nuovo reato creerebbe gravissime disfunzioni soprattutto «nei piccoli uffici dell’Italia meridionale, maggiormente esposti al fenomeno degli ingressi illegali e sarebbe praticamente impossibile celebrare ogni giorni centinaia di udienze di convalida dell’arresto e processi per direttissima». Perplessità inoltre vengono espresse dal presidente dell’Anm riguardo l’aggravante comune «legata alla condizione di irregolarità dello straniero sul territorio nazionale che, ove non diversamente calibrata potrebbe determinare un aumento della pena esclusivamente in ragione della condizione soggettiva del colpevole anche nei casi in cui non si ravvisi alcuna incidenza sul disvalore del fatto determinando in tal modo una eventuale incompatibilità con il principio di uguaglianza».