Cassazione/ Nascere sani è un diritto del concepito che il medico deve rispettare. Pena il risarcimento

Il concepito ha diritto “a nascere sano” e, dunque, vige l’obbligo, da parte dei medici, di risarcirlo, nel caso in cui la mamma, all’inizio della gravidanza, sia stata sottoposta, senza l’adeguato consenso informato, a una terapia rischiosa per la salute del nascituro – a quanto si apprende dall’Agi.

Lo sottolinea la Cassazione confermando una sentenza con cui la Corte d’appello di Napoli aveva stabilito un risarcimento danni da parte di due medici in favore di una famiglia che li aveva citati in giudizio.

Al centro della vicenda, la nascita di un bambino, oggi maggiorenne, venuto alla luce con gravissime malformazioni,  causate da un farmaco somministrato alla madre, che aveva avuto, prima di restare incinta, problemi per avviare una gravidanza.

La donna non era stata informata delle rischiose conseguenze, anche se non frequenti, che il farmaco poteva avere sulla salute del feto.
La terza sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza n.10471, ha rigettato i ricorsi dei medici: «deve affermarsi, stante la soggettività giuridica» della persona nata con malformazioni «sul piano personale, quale concepito, il suo diritto a nascere sano ed il corrispondente obbligo dei sanitari di risarcirlo per mancata osservanza sia del dovere di una corretta informazione, ai fini del consenso informato, in ordine alla terapia prescritta alla madre, e ciò in quanto il rapporto instaurato dalla madre con i sanitari produce effetti protettivi nei confronti del nascituro, sia del dovere di somministrare farmaci non dannosi per il nascituro stesso».

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