CONFINDUSTRIA: DUE ANNI DI RECESSIONE, DRAGHI, FASE CRITICA, NUOVE MISURE

Pubblicato il 16 Dicembre 2008 - 00:10 OLTRE 6 MESI FA

Per la prima volta nel dopoguerra l’Italia vivrà nel 2008 e 2009 un biennio di recessione. Lo stima il Centro studi di Confindustria secondo il quale il Pil  diminuirà dello 0,5% quest’anno e dell’1,3% nel 2009. La ripresa comincerà a farsi vedere solo alla fine dell’anno prossimo segnando poi nel 2010 un +0,7%.

Il Centro studi ha quindi rivisto al ribasso le ultime stime di novembre che prevedevano nel 2008 un calo del Pil dello 0,4% e nel 2009 dell’1%. Il -1,3 che secondo il Csc sarà toccato l’anno prossimo deriva in gran parte dall’effetto trascinamento del 2008 che peserà per -1%. Al netto di questa eredità, nella prima parte del 2009, il prodotto interno lordo diminuirà infatti, secondo le stime dello 0,4% per poi segnare nel secondo semestre un +0,1%.

La crescita accelererà nel corso del 2010, con un ritorno sopra l’1% tendenziale nell’ultimo trimestre. Il Centro studi sottolinea che nella situazione attuale i fondamentali dell’economia sono estremamente favorevoli: il calo dei tassi di interesse che secondo Confindustria proseguirà nel 2009 porterà notevoli risparmi alle famiglie e alle imprese, così come il crollo dei prezzi delle materie prime abbatterà l’inflazione e aumenterà il potere di acquisto delle famiglie. Infine un euro meno forte sosterrà il recupero di competitività del made in Italy.

Tuttavia «le possibilità di rilancio dell’economia italiana sono strettamente legate al ripristino della fiducia e al dissiparsi dell’incertezza che attanaglia la spesa di famiglie e imprese. Altrimenti – prosegue il Csc – si avrà una recessione più lunga e profonda nel 2009, seguita da una stagnazione nel 2010. Solo la politica economica, coordinata a livello internazionale, può riuscire ad ottenere questo effetto. L’assenza di coordinamento non può essere un alibi per l’inazione.

Il Centro studi ha quindi simulato che anzichè scendere, come sta accadendo, la propensione al consumo rimanga in linea con la media degli ultimi dieci anni: in questo caso il Pil nel 2009 rallenterebbe dello 0,1% e non dell’1,3%, e nel 2010 la crescita sarebbe del 2,1%; ci sarebbero inoltre 250 mila posti di lavoro in più e il deficit stabilizzerebbe al 2% del Pil anzichè sforare il 3%.

Draghi. La crisi finanziaria globale è in una «fase critica», e per affrontarla servono nuove misure fiscali, monetarie e normative. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, parlando a Hong Kong come presidente del Financial Stability Forum secondo quanto riporta la Bloomberg.