Elezioni Europee/ La destra avanza in Europa. Sola eccezione la Grecia. Crisi socialdemocratica in Germania: la Merkel sta per scaricarlo e fare il governo con i liberali

Pubblicato il 7 Giugno 2009 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

 Tira in Europa un vento di destra e le poche eccezioni, come la Grecia, non modificano di molto il quadro generale. Vediamo paese per paese le prime proiezioni dei risultati, in base a sondaggi e exit poll.

GERMANIA – Anche se il voto per le europee in Germania ha punito la “Grosse Koalition” guidata da Angela Merkel. Dagli exit poll è emerso un calo significativo della Cdu/Csu del cancelliere tedesco, passata dal precedente 44,5 per cento al 38,2, ma ha confermato anche la crisi della Spd che ha perso lo 0,3 per cento rispetto al catastrofico 21,5 per cento del 2004, risultato peggiore di tutta la sua storia.

Se i Verdi con il 12 per cento sono rimasti praticamente fermi al risultato di cinque anni fa dell’11,9 per cento e la Linke di Oskar Lafontaine e’ avanzata di un solo punto, arrivando al 7,1 per cento, ad volare e’ stato il partito liberale di Guido Westerwelle, che ha fatto un balzo avanti di 4,5 punti, toccando quota 10,6 per cento. A 110 giorni dal voto del 27 settembre per le elezioni politiche, Angela Merkel e Guido Westerwelle ottengono  assieme una percentuale che sfiora il 49 per cento, sufficiente in termini di seggi a garantire una maggioranza piu’ che confortevole. Invece il Partito socialdemocratico e i Verdi, la possibile alternarnativa rosso-verde, non vanno oltre il 33 per cento, insufficiente a far governare anche se si aggiungesse il 7 per cento di OsKar Lafontaine, di cui sia il presidente della Spd, Franz Muentefering, che il candidato socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier non vogliono sentir parlare.

In un’intervista alla ‘Bild am Sonntag’ la Merkel aveva anticipato il calo del suo partito confermato poi dalle urne, spiegando che il risultato clamoroso del 2004 era stato ottenuto al culmine della disaffezione dei tedeschi dal governo rosso-verde di Gerhard Schroeder.

La Merkel ha anche ribadito che la sua chiara intenzione è di formare dopo il 27 settembre un governo di coalizione con i liberali, una scelta che esce premiata dal voto per le europee. Alle elezioni politiche del 2005 la Cdu/Csu e la Spd erano arrivate praticamente appaiate con il 35 per cento dei consensi e la Merkel era riuscita ad assicurarsi la cancelleria per un vantaggio del suo partito di appena lo 0,3 per cento su quello socialdemocratico.

Oggi il divario tra le due formazioni della “Grosse Koalition” è diventato abissale e Frank-Walter Steinmeier dovrà remare con tutte le sue forze per riuscire a colmare in meno di tre mesi i 17 punti che lo dividono dalla Cdu/Csu del cancelliere.

Un altro risultato clamoroso del voto per le europee è stata la resurrezione della Csu bavarese, che ha ottenuto nel land più meridionale della Germania un insperato 49,5 per cento, recuperando in un anno il crollo che dopo 44 anni di maggioranza assoluta l’aveva fatta precipitare al 43,4 per cento. Sul piano nazionale il partito di Horst Seehofer ha ottenuto il 7,3 per cento, largamente sufficiente per scavalcare la soglia di sbarramento del 5 per cento.

 

FRANCIA – Nuovo successo in Francia dell’Ump: i gollisti del presidente Nicolas Sarkozy secondo gli exit poll hanno raccolto il 28%. Ennesima batosta per i socialisti, indietro di 11 punti, fermi al 17% e insediati dai verdi dati al 14%. Deludente risultato per i centristi del MOdem di Francois Bayrou: il “terzo uomo” delle presidenziali del 2008 ha raccolto solo il 9%.

AUSTRIA – In Austria sono crollantii socialdemocratici, mentre è avanzato il centrodestra. I tre movimenti euroscettici austriaci, compresi i partiti di estrema destra, hanno ottenuto in totale il 36 per cento alle elezioni europee in Austria: è quanto emerge dalle prime proiezioni, basate sul 57% delle schede scrutiniate, che danno il partito dell’euroscettico Hans-Peter Martin al 18% – risultato che fa del candidato indipendente la vera sorpresa di queste elezioni austriache – la Foep, partito di estrema destra, al 13% e l’Alleanza per il futuro dell’Austria, altro partito di estrema destra, intorno al 5%, ma sotto la soglia di sbarramento. Il partito di centro destra Oevp è in testa con il 30%, mentre il grande sconfitto è il partito socialdemocratico che, con il 24%, perde 10 punti rispetto al 2004. Sulla base di queste proiezioni il fronte degli euroscettici, il partito di Martin e la Foep, manderebbero a Strasburgo 5 dei 17 europarlamentari che spettano all’Austria, più del doppio rispetto ai due attuali. Il cardine della campagna di Martin è stata la campagna contro «l’enorme burocrazia della Ue» e l’ingresso della Turchia in Europa. Argomenti cavalcati anche dall’estrema destra, con rafforzati toni xenofobi.

 GRECIA – Netta vittoria in Grecia, secondo i primi exit poll, del partito socialista di opposizione Pasok che avrebbe tra il 37% e il 39% alle elezioni per il Parlamento europeo. Il partito conservatore Nuova Democrazia (Nd) del premier Costas Karamanlis avrebbe tra il 30,5% e il 33%. In base a questi exit poll, il Pasok di Giorgio Papandreou avrebbe 9 seggi dei 22 in palio per la Grecia contro i 7 di Nd. Alle elezioni europee del 2004, con 24 scanni in palio, Nd aveva ottenuto il 43% e 11 seggi contro il 34% e 8 seggi del Pasok. In mezzo a una crescente astensione, che ufficiosamente viene data a oltre il 40%, secondo gli exit poll i comunisti del Kke si confermano terzo partito con tra l’8 e il 10% dei voti (nel 2004 erano al 9,4%), mentre cresce l’estrema destra di Laos, che scavalcherebbe con il 5-6% l’estrema sinistra di Syryza (intorno al 5%) seguita dagli Ecologisti Verdi che si confermerebbero come l’altra sorpresa di queste elezioni, passando dall’1% delle ultime politiche al 4-5%.

BULGARIA –  Il partito di opposizione di centro destra, il Gerb, avrebbe vinto le elezioni per il Parlamento europeo in Bulgaria: gli exit poll, realizzati dall’istituto Gallup, attribuiscono il 26,5% dei voti al Gerb guidato dal sindaco di Sofia, Bojko Borissow, mentre i socialisti ed ex comunisti ora al governo si fermerebbero solo al 19%. Il rilevamento registra anche un buon risultato per il partito nazionalista euroscettico Ataka, che manderebbe una rappresentanza al Parlamento di Strasburgo dove la Bulgaria ha 17 deputati, e della formazione della minoranza turca Dps.

MALTA – Secondo le prime proiezioni schiacciante è la vittoria conquistata dal partito laburista a Malta, che è all’opposizione e che avrebbe ottenuto il 57% dei consensi. Il partito nazionalista al governo si ferma al 40%, mentre avanzano i partitini di estrema destra. Si prevede che il partito laburista ottenga quattro dei sei seggi assegnati a Malta nel parlamento europeo, lasciando i rimanenti due ai nazionalisti al governo. I dati ufficiali saranno comunicati in serata.

CIPRO – Le proiezioni sui risultato di Cipro, invece danno in testa il partito di centro destra Adunanza democratica con il 37% delle preferenze rispetto al 34,4% che sarebbe stato raccolto dall’Akel, il partito dei lavoratori al governo. In Slovacchia le anticipazioni parlano di una vittoria del partito socialdemocratico di Robert Fico, attuale primo ministro, che avrebbe raccolto il 32% dei suffragi, mentre in Lettonia ci sarebbe stato un marcato progresso dei partiti espressione della minoranza russa.

ROMANIA – Testa a testa in Romania fra l’Alleanza tra i partiti socialdemocratico e conservatore (Psd-Pc, socialisti europei) e il Partito democratico-liberale (Pdl, Popolari europei), secondo i primi exit poll divulgati dall’Istituto Insomar dopo la chiusura dei seggi. I primi sono indicati al 31%, i secondi al 30,4%. Il Pdl e il Psd-Pc sono alleati nella coalizione di governo in Romania.

UUNGHERIA Forte avanzata della destra alle elezioni europee oggi in Ungheria. Secondo i primi dati resi noti da diversi istituti demoscopici alla chiusura dei seggi, il principale partito di opposizione, la Fidesz dell’ex premier Viktor Orban consegue una schiacciante vittoria sul partito socialista (Mszp) al governo, conquistando il 67% dei voti contro il 19%. Forte affermazione anche del partito di estrema destra Jobbik ( i Migliori) che conquista l’8% ed entra dunque al Parlamento a Strasburgo.