FMI ALZA STIME SULL’ITALIA, CHE PERO’ NELLA UE RESTA ULTIMA

Pubblicato il 17 Luglio 2008 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Un ritmo di crescita lievemente più sostenuto del previsto non consentirà comunque all’Italia di agganciare i competitor europei. Il pil italiano crescerà sia nel 2008 che nel 2009 dello 0,5%, cioé lo 0,2% in più rispetto a quanto stimato in aprile. Ma, nonostante la revisione al rialzo, l’Azienda Italia si conferma decisamente più lenta di Germania (2% nel 2008), Francia (+1,6%) e Spagna (+1,8%). Il Fondo Monetario Internazionale aggiorna il World Economic Outlook, alza le proprie stime di crescita italiane e mondiali, ma avverte: il rischio di una recessione globale resta ed è legato alle crescenti pressioni inflazionistiche e al protrarsi della fragilità sui mercati finanziari.

"C’é una possibilità di recessione globale" ammette il capo economista del Fmi, Simon Johnson, che il prossimo 1 settembre lascerà l’incarico e sarà sostituito da Dominique Blanchard. Le economie mondiali si trovano fra due fuochi, spiega Johnson, con il problema del contenimento dell’inflazione da un lato, e una crescita debole dall’altro.

Quest’anno l’economia mondiale si espanderà del 4,1% e l’anno prossimo del 3,9%: pur in presenza di un miglioramento delle previsioni rispetto ad aprile scorso, quando si stimava un +3,7% per il 2008 e un +3,9% per il 2009, la fotografia scattata dal Fondo evidenzia un rallentamento della crescita rispetto al 2007, quando il pil globale aveva segnato un +5%. "L’economia globale sta rallentando in modo significativo", sottolinea Johnson, evidenziando come "il rallentamento della crescita mondiale, iniziato la scorsa estate, dovrebbe proseguire nel corso del secondo semestre del 2008, prima che inizi una timida ripresa nel 2009". Il miglioramento delle stime – aggiunge – è dovuto a un primo trimestre migliore delle attese.

Rispetto ad aprile, osserva ancora Johnson, il quadro si è fatto più complicato, a causa dell’accelerazione dell’inflazione, un fenomeno che "diventa sempre più preoccupante": "le tensioni sui prezzi – ammette pessimisticamente il Fmi – non sono destinate ad attenuarsi a breve". Per il 2008 l’inflazione nei paesi avanzati dovrebbe attestarsi al 3,4% (rispetto al 2,6% di aprile), mentre in quelle emergenti dovrebbe schizzare al 9,1% (7,4% la precedente stima). E la corsa dei prezzi rende "difficile" il contesto in cui si trovano a operare le banche centrali nel rispondere sia al rallentamento dell’economia sia alla fiammata dei prezzi. "Anche se al momento ci sarebbe maggiori ragioni per una politica monetaria più rigida rispetto al periodo precedente alla fiammata dei prezzi, una stretta al momento non è necessaria visto che le attese di inflazione e i costi del lavoro dovrebbero restare ben ancorati e la crescita debole".

A complicare ulteriormente il quadro è poi la fragilità dei mercati, "dove la situazione resta difficile": invitando le banche a proseguire sulla strada degli sforzi intrapresi per aggiustare i propri bilanci, il Fmi constata come "le misure prese per far fronte alle turbolenze e gli incoraggianti progressi nella ricapitalizzazione delle banche sembrano aver ridotto i timori di un’implosione del sistema finanziario ma, come ricordano gli eventi delle ultime settimane, i mercati restano fragili a causa delle preoccupazioni sulle perdite indotte dal rallentamento dell’attività". Il Fondo rivede al rialzo anche le stime per gli Stati Uniti, che quest’anno dovrebbero crescere dell’1,3% (+0,5% la stima di aprile) e il prossimo dello 0,8% (+0,6% nell’ultimo World Economic Outlook). "Per l’economia americana – conclude Johnson – vi sono crescenti segnali di rallentamento. Ma anche indicazioni che lasciano pensare a un ripresa nel 2009, anche se contenuta".