Grecia, bombe anarchiche ad Atene e Salonicco. Un ferito

Pubblicato il 2 Settembre 2009 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA

Due ordigni artigianali sono esplosi nella mattinata del 2 settembre ad Atene, dove una donna è rimasta leggermente ferita, e a Salonicco, nel nord del Paese, dove il premier Costas Karamanlis inaugurerà nei prossimi giorni la Fiera internazionale.

Gli attentati, preannunciati in telefonate ai media, non sono stati ancora rivendicati ma le loro modalità li rendono attribuibili ad una delle organizzazioni armate rivoluzionarie anarco-marxiste attive nel paese.

Le bombe sono esplose davanti alla Borsa nel centro commerciale di Atene, e presso una sede dell’amministrazione regionale a Salonicco provocando, in entrambi i casi, consistenti danni materiali.

Nella capitale, l’esplosivo era stato nascosto in un veicolo parcheggiato davanti all’edificio di cui ha danneggiato la facciata semidistruggendo, al tempo stesso, diverse automobili vicine. La donna rimasta ferita è stata colpita da frammenti di vetro e medicata in ospedale.

Nei mesi scorsi, soprattutto a partire dalle dimostrazioni violente per l’uccisione di un giovane da parte della polizia ad Atene nel dicembre 2008, le organizzazione armate Lotta Rivoluzionaria, Setta dei Rivoluzionari e Nuclei di Fuoco avevano compiuto attentati dinamitardi contro polizia, banche, uffici pubblici senza mai fare vittime.

In una sola occasione un agente di scorta ad un testimone in un processo contro un anarchico era stato ucciso ad Atene in un attacco. Gli attentati odierni seguono anche la mobilitazione anarchica e antiglobalista per la liberazione dell’ultimo detenuto della rivolta di dicembre , Thodoris Iliopoulos, scarcerato dei giorni scorsi.

A suo favore gli anarchici avevano lanciato bombe molotov contro l’ambasciata greca a Belgrado e compiuto altre azioni dimostrative. Per far fronte alla crescente minaccia, e alle accuse di inerzia da parte di stampa e opposizione, il governo ha messo in cantiere di recente una riforma della struttura di sicurezza cambiando il capo dei servizi segreti e proponendo la creazione di un Consiglio nazionale per la sicurezza interna (Cnsi).