I RABBINI: ”CON RATZINGER CANCELLATI 50 ANNI DI DIALOGO TRA CATTOLICI ED EBREI”

Pubblicato il 13 Gennaio 2009 - 22:34 OLTRE 6 MESI FA

Papa_mezzobusto I rabbini italiani non parteciperanno sabato 17 gennaio alla Giornata sull'ebraismo, indetta dalla Confrenza episcopale italiana (Cei), in quanto con Benedetto XVI il dialogo cattolici-ebrei è tornato indietro di 50 anni. Lo afferma il rabbino capo di Venezia, Elia Enrico Richetti, in un intervento per il mensile dei gesuiti «Popoli». Lo scorso 30 ottobre il Papa aveva invece definito «fruttuoso» il dialogo tra cristiani ed ebrei, dopo aver difeso Pio XII affermando che durante la seconda guerra mondiale «aiutò gli ebrei in silenzio».

DIALOGO INUTILE – Il rabbino Richetti scrive che secondo l'attuale pontefice «il dialogo è inutile perché in ogni caso va testimoniata la superiorità della fede cristiana» e in tal modo si va verso «la cancellazione degli ultimi cinquant'anni di storia della Chiesa. In quest'ottica, l'interruzione della collaborazione tra ebraismo italiano e Chiesa è la logica conseguenza del pensiero ecclesiastico espresso dalla sua somma autorità». All'origine della crisi del dialogo c'è la decisione di Joseph Ratzinger del ritorno della Messa in latino con il messale tridentino di San Pio V nel quale si invoca la conversione degli ebrei alla verità cristiana. «Nelle preghiere del Venerdì Santo», dice Richetti, «è contenuta una preghiera che auspica la conversione degli ebrei alla "verità" della Chiesa e alla fede nel ruolo salvifico di Gesù. A onor del vero, quella preghiera, che nella prima formulazione definiva gli ebrei "perfidi", ossia "fuori dalla fede" e ciechi, era già stata "saltata" (ma mai abolita) da Giovanni XXIII. Benedetto XVI l'ha espurgata dai termini più offensivi e l'ha reintrodotta», scrive il rabbino capo di Venezia.

RIFLESSIONE – «Da questo momento la parte ebraica si è presa una pausa di riflessione nel dialogo con la Chiesa cattolica e si è avviata una fase di contatti e tentativi di mediazione. Purtroppo i risultati si sono dimostrati deludenti. Si sono registrate reazioni "offese" da parte di alte gerarchie vaticane». Conclude infine Richetti: «Dialogare vuol dire rispettare ognuno il diritto dell'altro a essere se stesso, cogliere la possibilità di imparare qualcosa dalla sensibilità dell'altro, qualcosa che mi può arricchire. Quando l'idea di dialogo come rispetto sarà ripristinata, i rabbini italiani saranno sempre pronti a svolgere il ruolo che hanno svolto negli ultimi cinquant'anni».