IL PAPOCCHIO DELLE INTERCETTAZIONI

Pubblicato il 16 Giugno 2008 - 17:10 OLTRE 6 MESI FA

di Franca

Vorrei capire alcuni dettagli dell’argomento del giorno "intercettazioni" (e prima che qualche altro tema, caro a sottolineare la fulmineità dell’intervento del governo, subentri a catturare la nostra attenzione). Dunque, sul Corriere della Sera del 10 giugno due articoli sullo stesso argomento: a pag. 5 il ministro Alfano nell’audizione alla Camera dice "si registrano le conversazioni di circa 100.00 persone l’anno "i costi sono aumentati del 50% dal 2003 al 2006 e oggi" si mangiano un terzo dell’intero bilancio della Giustizia". In prima pagina Luigi Ferrarella (segue a pag.34) ci parla di "una sfilza di leggende" illustrando "una sfilza di luoghi comuni spacciati per verità"Che siano il 33% delle spese per la giustizia .. è un colossale abbaglio" per il 2007 il bilancio della giustizia era 7,7 miliardi "le spese per intercettazioni 224 milioni. Si lascia credere il falso giocando sull’ambiguità del vero, cioè sul fatto che le intercettazioni pesano davvero per un terzo su un sottocapitolo del bilancio della giustizia". L’altra leggenda è relativa al "siamo tutti intercettati". Tralascio tutte le altre considerazioni fatte dal giornalista, precise e puntuali su altri aspetti non meno importanti, per arrivare a che cosa non capisco: il ministro si è informato bene prima di parlare? Il giornalista ha verificato bene le sue fonti? Delle due l’una: o il ministro ha ‘aggiustato’ il suo discorso per supportare la linea dettata da Berlusconi (e il comico TG di Fede fa quasi tenerezza per l’enfasi che pone a solennizzare gli sforzi del suo sant’uomo, nonché datore di un lavoro d’oro per la consorte senatrice), o il giornalista ha mal collocato i dati. Conclusione: eventualmente grave se il giornalista ha dato un’informazione inesatta, ma gravissimo e inaccettabile che un ministro non dica la reale verità dei fatti.