MARONI SU SICUREZZA: RONDE CONTRO I CRIMINALI, DI PIETRO, ”INCOSTITUZIONALE”

Pubblicato il 21 Aprile 2008 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA

Maroni_roberto3 Il Corriere della Sera pubblica un’intervista al ministro dell’Interno in pectore Roberto Maroni sul problema della sicurezza. La riportiamo di seguito:

«Ha visto? Anche a Bologna le fanno. Certo, viste dai Tg, quelle sembrano ronde buone. Ma sono uguali alle nostre». È il ministro dell’Interno in pectore, Roberto Maroni, a rilanciare la vecchia idea del Carroccio, la vigilanza dei volontari contro la criminalità.

È questa la strada seguire?
«Sì. Ho visto con piacere e anche con un po’ di compiacimento che Cofferati ha istituito di fatto e legalizzato le ronde».

Serve una legge che dia ai Comuni la legittimità a costituirle?
«Ma no, non serve, le ronde sono già legali. Si fanno già da anni in diverse città. A Milano, per esempio, ci sono i City Angels».

I compiti di polizia non dovrebbero essere di competenza delle forze dell’ordine?
«Infatti le ronde non hanno poteri di polizia giudiziaria, ma di prevenzione ».

Non sono incostituzionali, come sostiene l’ex procuratore antimafia Pierluigi Vigna?
«Questi sono cavilli, ai quali antepongo la vita delle persone. Quando uno viene ammazzato, il problema non si risolve più».

C’è un’emergenza criminalità?
«Sì. Collegata all’immigrazione, spesso clandestina. Prodi ha perso le elezioni su questo e sulle tasse. Noi le abbiamo vinte sulla sicurezza e sul federalismo fiscale».

Amato dice che gli stupri sono diminuiti. E che i patti per la sicurezza nelle città funzionano.
«Ma sono aumentati gli altri reati. I patti non hanno funzionato bene dappertutto e sono insufficienti, anche se bisogna proseguire su questa via».

Che provvedimenti prenderà il governo Berlusconi sulla sicurezza?
«Più rigore contro l’immigrazione clandestina. Serve più pulizia e polizia ».

Non si rischia di esagerare?
«Non vogliamo militarizzare il territorio, ma controllarlo. Coinvolgendo le autonomie locali».

Cioè i sindaci.
«Ha visto il patto siglato dai primi cittadini a Parma? Ecco, quello è l’esempio migliore».

Ora c’è il fenomeno del sindaco- sceriffo di sinistra.
«Non ci sorprende, abbiamo sempre anticipato i tempi».

Fassino chiede il dialogo.
«E noi dialogheremo. Altri hanno interposto barriere ideologiche. Dandoci dei razzisti, degli xenofobi e dei baluba».

È pensabile che il testo sulla sicurezza venga condiviso anche dalla sinistra?
«La mia preoccupazione non è avere un ampio consenso, ma trovare le misure adeguate. Se la sinistra ci sta, bene. Altrimenti abbiamo i numeri per fare da soli».

La Bossi-Fini, si dice, funziona male. Discrimina gli immigrati che lavorano e non fa andare via i criminali.
«È un problema essenzialmente di applicazione. Bisogna attuarla con rigore, come la legge Biagi».

C’è chi invoca una Bossi-Bossi.
«No, la legge ha tutti gli strumenti adeguati per contrastare l’immigrazione clandestina. Semmai si può aggiornare con le novità intervenute dopo il varo».

L’ingresso dei romeni.
«Esatto. Bisogna trovare una soluzione per loro.
Con un provvedimento ad hoc, visto che sono comunitari ».

Lusetti vi accusa: avete aperto voi le frontiere dal 1˚ gennaio 2007 ai comunitari e quindi ai romeni, a differenza di altre nazioni.
«A Lusetti dico che la campagna elettorale è finita. Non ci venga a fare la morale».

Ma è vero o no che avete fatto entrare i romeni?
«È vero che successivamente alla loro entrata, Prodi non ha messo gli argini necessari. E ha fatto decadere due decreti sicurezza. È un governo che ha pasticciato, balbettando su questo tema e dando risposte emotive ».

Veltroni dice che per voi quando certi episodi accadono a Milano è colpa del governo, quando accadono a Roma, è colpa del sindaco.
«Non voglio infierire su uno sconfitto, ma Veltroni ha perso un’altra occasione per stare zitto. Diciamo che è sempre colpa del governo, ma sono situazioni diverse: in un’area degradata come quella dove è successo lo stupro a Roma, la responsabilità è dell’amministrazione».

Rutelli propone il braccialetto elettronico per le donne.
«Non gli crede nessuno. Alle donne i braccialetti piacciono, ma Rutelli poteva svegliarsi prima. Per due anni ha fatto tutto il contrario, ha approvato anche l’indulto. C’è anche un problema di credibilità».

Castelli dice che i carcerati sono pochi e devono aumentare.
«Ha ragione. Ma bisogna agire innanzitutto sul piano della prevenzione. E poi, certo, anche su quello della certezza della pena».

Ma il leader dell’Idv Antonio Di Pietro insorge. «È incostituzionale prevedere che la polizia privata si possa sostituire alle istituzioni pubbliche». Di Pietro commenta così, in una conferenza stampa improvvisata a Montecitorio, l’idea delle ronde di cittadini con finalità di prevenzione e sicurezza avanzata dal leghista Roberto Maroni in un’intervista al Corriere della Sera. «Poi – aggiunge – bisogna vedere cosa si intende per ronde. Se si intende che i cittadini possono segnalare alle Autorità situazioni di pericolo, bene, quello lo faccio anch’io. Ma se si intende invece che i cittadini possono imbracciare direttamente loro i fucili, allora il discorso cambia e diventa inaccettabile»

Di Pietro ha poi rivendicato al suo partito il merito di aver sempre parlato di sicurezza e legalità: «Ma per questo – sottolinea – siamo stati chiamati in questi anni nei modi più spregiativi possibili, da "quello mi fa orrorèe"fino a definirci "giustizialisti e forcaioli". Comunque, oggi è il tempo del fare e non del recriminare». Il ministro uscente delle Infrastrutture ha quindi fatto le sue proposte: «Noi chiediamo che si aumentino del 30 per cento le risorse finanziarie per le forze dell’ordine, che si aumenti del 30 per cento il personale che assiste i magistrati, che polizia e carabinieri ritornino sulle strade e non restino dietro una scrivania, che si riduca il processo da tre a due gradi, che si dia la possibilità di applicazione della pena in via anticipata dopo la sentenza di primo grado, e che si faccia in modo che chi delinque resti in galera e che ci sia certezza della pena, anche aumentando e migliorando il sistema carcerario». Infine, Di Pietro ha accusato «il centrodestra e la politica di Berlusconi di essere colpevoli dello sfacelo della giustizia».