PAPA IN AUSTRALIA: RELIGIONI DEVONO ESSERE UNITE PER LA PACE

Pubblicato il 17 Luglio 2008 - 22:46 OLTRE 6 MESI FA

«La religione sia fattore di pace e non di violenza. Sia testimonianza di amicizia e convivenza reciproca e non di odio».

Il Papa stringe la mano all’esponente musulmano Sheikh Shardy (Afp)
Giornata nel segno del dialogo interreligioso per Papa Benedetto XVI che, nella Cattedrale di St. Mary’s a Sydney, ha incontrato una quarantina di leader di tutte le fedi: ebrei, musulmani, buddhisti, e delle altre confessioni cristiane, tra cui anglicani e luterani. «Il rabbino Jeremy Lawrence ha ricordato i passi di avvicinamento tra chiesa cattolica e guidaismo, citando l’impegno di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II – ha detto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, nel corso di un briefing con i giornalisti – mentre lo sceicco Mohamadu Saleem ha detto di apprezzare la Gmg, e di dover lavorare per sostituire il fondamentalismo dell’odio con il fondamentalismo dell’amore». «Il Papa sta bene, è in buona forma, è soddisfatto di come sta andando il viaggio – ha aggiunto padre Lombardi – ha avuto un’ottima impressione della festa di accoglienza, ieri, per il tempo bello e per l’arrivo suggestivo via mare».

IL DISCORSO – «In un mondo minacciato da sinistre e indiscriminate forme di violenza – ha detto nel suo discorso Benedetto XVI – la voce concorde di quanti hanno spirito religioso stimola le nazioni e le comunità a risolvere i conflitti con strumenti pacifici nel pieno rispetto della dignità umana». All’incontro ecumenico erano presenti il cardinale George Pell, il segretario di Stato Tarcisio Bertone, il nunzio apostolico in Egitto, monsignor Michael Fitzgerald, il vescovo di Parramatta, quello di Lismore, il vescovo della chiesa siriana-ortodossa, il rappresentante della chiesa anglicana Robert Forsyth, il patriarca dei Maroniti cardinale Boutrod Nasrallah Sfeir, un rappresentante luterano, uno della chiesa melchita. Assente, per motivi di salute, il cardinale Cassidy. "E’ stato ricoverato per alcuni problemi cardiaci", riferisce padre Lombardi sottolineando che Bertone e monsignor Filoni andranno a trovarlo in ospedale. Prima degli incontri ecumenico e interreligioso, il Papa ha avuto brevi colloqui con le autorità locali. "Con il governatore del New South Walles c’è stata una conversazione sulla Gmg, sull’universalità dei giovani presenti – ha riferito padre Lombardi – mentre con il sindaco di Sydney il Papa ha potuto conoscere la vita delle diocesi della città". Al termine della mattinata il Papa ha pranzato con 12 giovani, due australiani e il resto rappresentanti dei diversi continenti.

RAPPORTI CON LE ALTRE CHIESE CRISTIANE – In precedenza il Papa aveva parlato con i rappresentanti delle altre confessioni cristiane. Il movimento ecumenico è «giunto a un punto critico». La strada verso l’unità dei cristiani «resta ardua» anche se si può «essere sicuri che un giorno potranno celebrare insieme l’eucaristia» aveva detto il Pontefice, invitando a non rinunciare al dialogo sui contenuti per paura di scoprire troppe differenze: «Dobbiamo stare in guardia – ha detto Benedetto XVI nell’incontro con l’arcivescovo anglicano di Sydney Rober Forsythe, nella cripta della St. Mary’s cathedral di Sydney – contro ogni tentazione di considerare la dottrina come fonte di divisione e perciò come impedimento a quello che sembra essere il più urgente ed immediato compito per migliorare il mondo». «Quanto più ci dedichiamo a raggiungere una comune comprensione dei divini misteri – ha spiegato – tanto più eloquentemente le nostre opere di carità parleranno dell’immensa bontà di Dio e del suo amore verso tutti». Papa Ratzinger non è entrato nel dettaglio delle questioni aperte tra le chiese cristiane. Il punto critico di attualità è la decisione della chiesa anglicana di Cantherbury di arrivare in futuro ad ordinare donne vescovo, come già fanno anglicani di e episcopaliani di vari paesi. Anche in Australia sono state ordinate due donne-vescovo. Il Papa ha comunque osservato che l’Accordo siglato nel 2004 dai membri del consiglio nazionale delle chiese è un esempio di come si possa «non passare frettolosamente sopra alle differenze e trovare soluzioni concrete per una collaborazione fruttuosa, anche se occorre «continuare pazienti discussioni sui punti teologici di divergenza».