SOLDATI IN CITTA’, LA RUSSA: SARANNO 3 MILA, OK DEL COLLE

Pubblicato il 16 Giugno 2008 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA

Larussa_mimetico Saranno tremila e non più 2500 i militari messi a disposizione del ministro dell’Interno nell’ambito del decreto sicurezza. Lo ha spiegato ai giornalisti il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. La Russa, che ha incontrato il presidente della Repubblica Napolitano, ha detto che «oltre ai compiti di perlustrazione e pattugliamento, svolgeranno anche il sevizio di vigilanza a siti sensibili, sul modello di quanto fatto all’epoca dell’operazione Vespri siciliani, consentendo di liberare forze di Polizia sul territorio».

L’EMENDAMENTO – Per lo più i militari saranno Carabinieri – La Russa ha indicato il reggimento paracadutisti Tuscania – oppure soldati dell’esercito espressamente addestrati per questa attività. L’emendamento che presenterà il governo al Decreto Legge del 23 maggio scorso, con l’articolo 7 bis, dice che «per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio, può essere autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle forze armate, è posto a disposizione dei prefetti delle province comprendenti aree metropolitane e preferibilmente carabinieri impiegati in compiti militari o comunque volontari delle stesse forze armate specificatamente addestrati per i compiti da svolgere». Questo personale avrà lo status di agente di polizia e sarà utilizzato per la vigilanza a obiettivi sensibili, ma anche per la perlustrazione del territorio in concorso con le forze di polizia. Il piano può essere autorizzato per un periodo di sei mesi, rinnovabile per una volta, per un contingente non superiore a 3.000 unità.

MARONI – Sul tema è intervenuto anche Roberto Maroni, che a Milano ha presieduto un vertice in Prefettura sulla sicurezza. Il ministro ha precisato che «non ci sarà nessuna militarizzazione delle città» e che l’emendamento predisposto dal Governo prevede l’utilizo di un massimo di 2500 militari (poi diventati 3000, ndr) a presidio dei grandi centri urbani i quali «non avranno compiti di pubblica sicurezza, ma di deterrenza, lasciando alle forze dell’ordine quelli di intervento. Si tratta di un potenziamento del controllo e del presidio notturno di alcune aree a rischio».

«NESSUNA INVASIONE DI COMPETENZA» – Maroni ha aggiunto inoltre che ogni decisione sull’uso dei militari «spetta esclusivamente al ministero dell’Interno. Non c’è quindi nessuna invasione di competenze da parte delle Forze Armate». Quanto alla scelta di predisporre un emendamento «si è scelti questa strada affinché il Parlamento possa esprimersi proprio per questo. C’erano posizioni contrastanti all’inzio – ha aggiunto – perché come era stato formulato in un primo tempo dava luogo a posizioni contrastanti. In ogni caso – ha concluso – sulla vicenda ci sono state polemiche inutili e strumentali».