Tour de France sul Mont Ventoux, icona del ciclismo, trionfa il belga Van Aert, Pogacar sempre maglia gialla

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 7 Luglio 2021 - 19:21 OLTRE 6 MESI FA
Tour de France sul Mont Ventoux, icona del ciclismo, trionfa il belga Van Aert, Pogacar sempre maglia gialla

Tour de France sul Mont Ventoux, icona del ciclismo, trionfa il belga Van Aert, Pogacar sempre maglia gialla

Tour de France, trionfo del belga Wout Van Aert nel giorno del doppio Ventoux. Vittoria in solitaria, limpida, di forza, eleganza, rabbia agonistica.  Ha staccato tutti nella mitica salita.

Invano i due cacciatori della Trek Segafredo – Mollema ed Elissonde – hanno cercato di raggiungerlo. Finiranno però con il campione belga sul podio. Il fenomeno della Jumbo Visma ha tagliato il traguardo a braccia alzate, sorridendo.  Dopo una discesa dI 22 Km a 95 all’ora, dalla cima del monte lunare alla linea d’arrivo.

E poi condividendo con i fans (numerosi, chiassosi, avvolti nella bandiere) una festa contagiosa. Ha detto a caldo: ”Sì, questa è la vittoria più bella della mia carriera “.

Affermazione curiosa per uno che ha vinto tre Mondiali di ciclocross, tre tappe alla Grand Boucle e numerose gare monumento tra cui una Milano -Sanremo. L’ordine di arrivo è completato dalla maglia gialla Pogacar. Quinto Rigoberto Uran. La tappa n. 11 – Sorgues-Malaucene di km 198,9 – è durata 5h 17’ 43” – con un dislivello di 4.500 metri.

Classifica generale sconquassata secondo pronostici. Lo sloveno Pogacar resta in giallo, O’Connor ha salvato il secondo posto. Terzo Uran. Balza al quarto posto un brillante Vingegaard che precede Carapaz. Seguono Mas, Kelderman, Lutsenko, Martin. Chiude la top ten Gaudu. Primo degli italiani è sempre Cattaneo ( 12esimo ). Van Aert è 20esimo. Formolo 27esimo, Colbrelli 28esimo.

Due gli italiani che sul Ventoux hanno fatto l’impresa: Eros Poli e Marco Pantani .

L’oro olimpico e il pirata al Tour

Il primo nel 1994, il secondo due anni dopo la formidabile doppietta Giro-Tour ( 1998 ). Un veneto e un romagnolo. Un gigante ed uno scricciolo. Eros Poli , veronese, ottimo cronoman, è stato il primo italiano a conquistare la montagna proibita con una fuga semplicemente pazza di 171 km.

Come ha fatto un ragazzone di due metri, l’esatto opposto di uno scalatore puro, a vincere rifilando pure cinque minuti al secondo, resta un mistero buffo. Indecifrabile. In ogni caso è stato il suo giorno perfetto.

Pantani era alla ricerca di una resurrezione e l’ha trovata in questo luogo lunare nonostante la superiorità ascensionale – in realtà più chimica che divina – di  Lance Armstrong. Ma sul Ventoux passò per primo il Pirata. Indimenticabile.

Il tappone del Tour non ha tradito le attese

Ha confermato la sua storia di dolore e sofferenza. Per questo il Mont Ventoux è diventato una leggenda del ciclismo. Una leggenda lunga 70 anni. Dalla prima scalata del 1951. Stavolta però si è esagerato. Il Ventoux è raddoppiato.

Con due passaggi su due diversi versanti: pedalabile il primo (22 km al  5,1%), un calvario il secondo ( 15,7 km  all’8,8% di pendenza media e tratti addirittura al 20% ).

Un bis che è restato nelle gambe. “ E in cima io ho visto l’inferno “ ha detto il grande Mercks ricordando la sua ascesa vittoriosa del 1970. Ma anche i patimenti, lo svenimento subito dopo il traguardo, il panico generale, il ricorso all’ossigeno per riprendersi. Una storiaccia. Ritirato ( caduta, barella, ospedale) Tony Martin della  squadra olandese Jumbo Visma, team sfortunato avendo già perso Gensik e il suo capitano Roglic.

Da quando Francesco Petrarca

Ma il “ Gigante della Provenza “ ( così lo chiamano i francesi con ammirato rispetto ) ha anche un riferimento storico-letterario di indubbio fascino. Nel 1336 il primo a scalarlo – è tutto documentato – è stato il poeta e scrittore Francesco Petrarca  ( 1304-1374 ), il precursore dell’umanesimo, modello di eccellenza stilistica. Avendo la necessità di ritrovarsi  scelse questa montagna aspra e selvaggia e in due giorni arrivò in cima , accompagnato dal fratello minore Gherardo. Una volta lassù  apri’ le Confessioni di Sant’Agostino e scrisse: “ Vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti….e trascurano se stessi “. Crisi mistica superata.