VERTICE FAO: AHMADINEJAD ATTACCA L’ONU, BERLUSCONI, ”BASTA PAROLE, ORA FATTI”

Pubblicato il 3 Giugno 2008 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA

Fao_ahmadinejad_parla Nel suo intervento al vertice della Fao, Ahmadinejad ha criticato senza giri di parole gli organismi decisionali delle Nazioni Unite, controllati da Paesi che «pensano solo ai loro interessi» e da «volontà varie mosse occasionalmente da motivazioni diaboliche». Il presidente iraniano – la cui presenza a Roma ha provocato molte polemiche politiche – se l’è poi presa con l’industria del petrolio: «Nel campo dell’energia sono evidenti irresponsabili interferenze: è chiaro che mani, sia nascoste sia visibili, sono all’opera per controllare in modo menzognero i prezzi allo scopo di perseguire i loro intenti politici ed economici».

Il capo del governo di Teheran – che lunedì era tornato ad attaccare Israele annunciando che sarà presto cancellato dalle cartine geografiche – ha parlato della svalutazione del dollaro e dei meccanismi che regolano i prezzi del greggio come di un modo per finanziare guerre e occupazioni. E ha contestato il veto internazionale al fatto che l’Iran possa avere una propria produzione energetica derivante da energia nucleare. In particolare il leader della Repubblica islamica se l’è presa con una «coalizione contro lo sviluppo della produzione e del ricorso all’energia nucleare che è pulita ed economica». «Da una parte – ha precisato – queste persone tengono artificialmente alti i prezzi del petrolio, dell’energia e delle tasse dei loro consumi ed incoraggiano i biocarburanti ricavati dai prodotti agricoli e dall’altra ne fanno il pretesto per aumentare i prezzi delle derrate alimentari».

CITTA’ BLINDATA – L’intervento di Ahmadinejad era uno dei più attesi al summit della Fao di Roma. Una città blindatissima (con tiratori scelti piazzati nei due aeroporti e nelle zone circostanti e un’intera area della capitale, tra il Circo Massimo e le Terme di Caracalla, completamente preclusa al transito veicolare) per la presenza di una quarantina di capi di stato e di governo. Alcuni dei quali – non solo il presidente iraniano – sono giunti in Italia tra polemiche e imbarazzi diplomatici. Come l’uomo forte dello Zimbawe, Robert Mugabe, figura politica ormai ingombrante per l’Occidente – tanto che l’Unione europea gli ha vietato l’ingresso nei Paesi membri. Partecipa al vertice giacché si svolge in una sede extraterritoriale, a dispetto dell’indignazione espressa dal premier britannico, Gordon Brown, e dal ministro degli Esteri australiano, Stephen Smith. Tra l’altro, le sue guardie del corpo sono state protagoniste di uno scontro fisico con un gruppo di giornalisti e operatori tv.

NAPOLITANO – Il vertice si è aperto con l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Non può mancare in nessuno il senso della drammaticità della crisi che è esplosa e delle sue conseguenze soprattutto per le popolazioni più povere, per quasi un miliardo di persone sottonutrite». Il capo dello Stato ha parlato della «necessità di politiche coordinate a livello mondiale» e spiegato che non si può fare affidamento solo «sulle virtù riequilibratrici del mercato». Invece «si può e si deve riconoscere la necessità di politiche e di interventi che abbiano il loro quadro di riferimento e le loro espressioni operative nel sistema delle Nazioni Unite». Il capo dello Stato ha poi evidenziato «ritardi e errori» compiuti dalla comunità internazionale sino ad oggi e ha sottolineato che «non possiamo ignorare come appaia oscurato quel diritto al cibo che fu messo al centro, nel novembre 1996, a Roma, nel primo vertice mondiale Fao sull’alimentazione».
 
«AUMENTARE LE DERRATE» – Dopo Napolitano la parola è passata al segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, e il vertice è entrato nel vivo. «Il mondo ha bisogno di produrre più derrate alimentari – ha sottolineato Ban Ki-moon -: occorre aumentarle del 50% entro il 2030 per far fronte allo sviluppo della domanda. Abbiamo opportunità di ridare slancio alla politica alimentare – ha detto il segretario dell’Onu – I governi già iniziano a rispondere a questa situazione». Ma questo, secondo Ban, non deve avvenire con «politiche puramente assistenziali» perché queste «non possono funzionare perché provocano soltanto distorsioni dei mercati e spingono più in alto i prezzi». «Solo agendo in partenariato- ha aggiunto – saremo in grado di superare questa crisi. Occorre agire oggi e agire subito perché la popolazione mondiale nel 2015 arriverà a 7,2 miliardi di persone». 

IL PAPA: «INACCETTABILI SQUILIBRI» – Anche Papa Benedetto XVI ha fatto arrivare al vertice un proprio messaggio, affidato al segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone: «La fame e la malnutrizione sono inaccettabili – ha detto – in un mondo che, in realtà dispone di livelli di produzione, di risorse e di conoscenze sufficienti per mettere fine a tali drammi e alle loro conseguenze». «La grande sfida di oggi – ha avvertito il Papa – è quella di globalizzare non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà, nel rispetto e nella valorizzazione nell’apporto di ogni componente umana».

«NO VINCOLI UE SU AIUTI» – Il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha poi spiegato che questo «è il tempo delle azioni, non delle parole» e ha spiegato che l’Italia si farà promotrice di un’azione per sollecitare la Ue a non considerare, nei vincoli di bilancio imposti agli stati membri, le quote destinate agli aiuti umanitari. Berlusconi ha anche trovato il modo di rispolverare una vecchia barzelletta su Marx e l’ha raccontata come pretesto per chiedere interventi più brevi ai delegati, dopo quello durato mezz’ora del presidente brasiliano Lula.