Brindisi, via libera a rigassificatore. Pronta la rivolta

Pubblicato il 18 Dicembre 2009 - 19:18 OLTRE 6 MESI FA
Sul rigassificatore di Brindisi si accende il conflitto tra Regione e governo, tutto in stile British. L’assessore  il ministro regionale al Lavoro, Mi­chele Losappio, ha infatti confermato che il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo firmerà il nuo­vo decreto di autorizzazione per il rigassificatore della Brindisi Lng a Brindisi-Capo Bianco.  «Sono ragione­volmente sicuro – ha detto Losappio – che il Comitato nazionale Via ha espresso parere favorevole al­le risposte depositate da Brin­disi Lng rispetto alle 40 ri­chieste di integrazione al pro­getto formulate mesi fa dallo stesso ministero. Rispetto a ciò, l’amministrazione pu­gliese ha recepito per due volte, invece, il parere negati­vo del Comitato regionale Via. Ci troviamo perciò di fronte – sottolinea l’assesso­re Losappio – ad un grande conflitto tecnico e istituzio­nale».
Il ministro Stefania Prestigiacomo «ora dovrà da­re l’ok firmando il decreto. Devono solo sbloccare San­dro Bondi, per il parere acces­sorio dei Beni culturali. Non credo vi siano dubbi sull’esi­to ». Per l’ex titolare dell’as­sessorato all’Ecologia, è lam­pante che «dietro ci sia stata una forte pressione dell’am­basciata di Gran Bretagna in Italia. Il governo inglese da sempre difende in tutto il mondo, da Bopal a Brindisi, gli interessi delle proprie im­prese anche contro la volon­tà delle popolazioni locali». Il rigassificatore di Brindi­si è un obiettivo che British Gas (gruppo di cui Brindisi Lng fa parte) persegue dal 1999, per assicurarsi un ac­cesso alla rete europea del metano. Brindisi, con la sua sottostazione, è il punto più a sud della rete Snam, il più vicino ai campi di estrazione in Egitto di British Gas.
Do­po gli arresti per corruzione di due anni fa del sindaco protempore e di manager del gruppo inglese, e il seque­stro del cantiere a Capo Bian­co nel porto esterno autoriz­zato il 21 gennaio del 2003 dal governo Berlusconi sen­za valutazione di impatto am­bientale, i ministri Bersani e Pecoraro Scanio, per evitare una procedura di infrazione delle direttive Ue, nell’autun­no del 2007 sospesero l’auto­rizzazione e disposero una nuova procedura autorizzati­va ma con la Via. L’ampio e agguerrito fronte ambientali­sta brindisino parla, in una nota, di «parere preconfezio­nato», malgrado penda un contenzioso amministrativo sulla legittimità della nuova Commissione Via insediata dalla Prestigiacomo.