Capalbio: i vip si oppongono alla realizzazione dell’impianto di biogas

Pubblicato il 14 Ottobre 2012 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA
La spiaggia di Capalbio

CAPALBIO (GROSSETO) – I “Signori di Calpalbio”, nella nota località di villeggiatura della Maremma abitata dai vip, hanno iniziato una guerra a colpi di carta bollata, esposti al Tar, manifestazioni di piazza e denunce in procura, contro il comune e gli enti locali. Tutta colpa di un impianto a biogas che la Sacra, società che gestisce un’enorme tenuta a due passi dal lago di Burano, vuole realizzare con tanto di parere positivo del sindaco di Capalbio, il renziano Luigi Bellumori.

Ad opporsi alla realizzazione dell’impianto controllato dalle famiglie dei marchesi Resta Pallavicino e da Carlo Puri Negri (ex amministratore delegato di Pirelli Re e ora presidente di Sator, la società fondata da Matteo Arpe), sono Nicola Caracciolo e il senatore del Pd Furio Colombo che si stanno avvalendo del patrocinio legale di Ferdinando Imposimato.

Ad appoggiare la protesta altri importanti capalbiesi, tra i quali l’ex ministro dell’Ambiente Gianni Mattioli e l’urbanista Valentino Podestà, gli stessi che da anni, insieme a Caracciolo combattono la crociata contro l’autostrada Tirrenica. Sabato 13 ottobre, gli oppositori hanno anche presentato uno studio che dimostrerebbe la pericolosità dell’impianto. Nicola Caracciolo e Furio Colombo,in quell’occasione hanno annunciato di  voler cominciare l’iter giudiziario: “Insieme a Furio Colombo e Alice Oxmann e con il patrocinio di un grande giurista come Ferdinando Imposimato – spiega Caracciolo, vice presidente di Italia Nostra – abbiamo deciso di proporre una denuncia alla Procura della Repubblica di Grosseto perché accerti se sussistano ipotesi di reato. Gli italiani e i Maremmani, ne siamo convinti, desiderano che questi problemi, dalla cui soluzione dipende la vita di tutti, siano gestiti con assoluta onestà. In tutto il Paese l’eccessiva spregiudicatezza dei sistemi politici locali è una delle grandi cause della crisi che stiamo attraversando”.

In realtà ,in Maremma di impianti del genere ce ne sono già 14. Sacra, per evitare polemiche e proteste nei vicini abitanti, ha perfino acquistato alcuni ettari in più per spostare l’eventuale impianto.

Spiega Caracciolo: “Qui siamo in una zona turistica e un impianto del genere andrebbe costruito semmai in un insediamento industriale abbandonato. Non in un centro turistico pieno di villeggianti, di belle ragazze e di bambini tutti pronti a fuggire di fronte alla prospettiva della torri del biogas. Non si dimentichi, d’altronde, che sempre a poche centinaia di metri da Capalbio Scalo dovrebbe scorrere l’Autostrada Tirrenica. Autostrada e Biogas. Sono progetti che la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto e il Comune di Capalbio sostengono. E’ tragico, ma è un fatto che le autorità politiche locali operano per la distruzione della bellezza e del benessere di Capalbio”.

Gli oppositori, secondo studi che sarebbero stati confermati anche dall’università tedesca di Gotinga, hanno paura che la produzione di biogas possa inquinare le falde acquifere. Il biogas infatti, sarebbe pericoloso perché si ottiene “metano facendo marcire rifiuti vegetali nei digestori degli impianti. Durante questa trasformazione, però, si favoriscono colonie di microbi estremamente nocivi per la salute dell’uomo, degli animali e per il terreno stesso che li assorbe, li trasmette fino alle falde acquifere, avvelenando ogni cosa”.

Il sindaco e gli enti locali negano la pericolosità dell’impianto e accusano Caracciolo e gli altri di strumentalizzare la protesta per altri fini.