Coronavirus, poco traffico ma smog non cala. Colpa di meteo e caldaie, auto non c’entrano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Marzo 2020 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, poco traffico ma smog non cala. Colpa di meteo e caldaie, auto non c'entrano

Coronavirus, poco traffico ma smog non cala. Colpa di meteo e caldaie, auto non c’entrano (Foto Ansa)

ROMA – La riduzione del traffico per l’emergenza coronavirus non ha drasticamente ridotto lo smog e quindi le polveri sottili. Nonostante i bollettini dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav) attestino allerta zero “verde” in tutto il Veneto, in questi ultimi giorni le centraline non hanno rilevato valori bassissimi di inquinamento da polveri.

Anche a Milano si torna a fare i conti con lo smog. Nella giornata di martedì 17 marzo le centraline dell’Arpa hanno registrato concentrazioni di polveri sottili pari a 41.1 µg/m³, un valore entro i limiti ma vicino alla soglia dei 50 microgrammi per metro cubo”. Se ne deduce che le auto e il traffico non sono la causa principale dell’inquinamento. Infatti a Milano, così come nel Veneto, a Roma, a Torino, Bergamo etc. non ci sono auto per strada, ma circolano i bus e soprattutto vanno a tutto volume le caldaie per scaldare le case.

“Il motivo principale – spiega il direttore Arpav Luca Marchesi – è la stretta correlazione fra polveri e meteo. Quest’ultimo è comunque, e sempre nel breve termine, il fattore determinante e prevale rispetto agli altri fattori emissivi. A una settimana, a fine febbraio, di vento e pioggia che ha abbassato i livelli, ne è seguita una di grande stabilità atmosferica. Inoltre più persone a casa significa più riscaldamento acceso. La notizia positiva è che in primavera le condizioni meteo sono favorevoli alla dispersione degli inquinanti e quindi nel prossimo periodo – annuncia – l’aria dovrebbe migliorare”.

Come spiega ancora l’agenzia Arpav: “A causa delle restrizioni alla circolazione legate all’emergenza Covid-19 c’è stata in un primo momento una flessione soprattutto delle emissioni da traffico veicolare, che però impatta principalmente sulle emissioni di ossidi di azoto. Invece, una percentuale significativa del PM10 viene emessa principalmente dal riscaldamento, cui si aggiunge una parte di particolato di origine secondaria, legato alla formazione di polveri sottili in atmosfera da inquinanti primari, come gli ossidi di azoto e l’ammoniaca”. (Fonte Arpav).