Fulmini, 3 mln in Italia nel 2013: record in aumento anche nel 2014

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Luglio 2014 - 14:29 OLTRE 6 MESI FA
Fulmini, 3 mln in Italia nel 2013: record in aumento anche nel 2014

(Foto LaPresse)

ROMA – Oltre 3 milioni i fulmini caduti in Italia nel 2013, con una media di 10 fulmini per chilometro quadrato. Un record rispetto agli ultimi 20 anni, spiega Giovanni Caprara sul Corriere della Sera, con questi fenomeni atmosferici che si stanno intensificando.

Ben 117 fulmini in 4 ore si sono abbattuti a Milano il 26 febbraio. Una “data inusuale”, spiega Marina Bernardi, responsabile del sistema di rilevamento fulmini del centro di ricerca Cesi di Milano, a Caprara, sottolineando che nel 2014 il numero di fulmini potrebbe anche aumentare:

«E quest’anno ci si sta incamminando sulla stessa strada, anzi, probabilmente andremo anche oltre. Ci sono alcuni elementi che lo farebbero supporre»”.

Ma l’episodio del 26 febbraio non è nulla in confronto al 14 giugno, quando 100mila fulmini si sono abbattuti sulla penisola. Questo particolare evento atmosferico è comune nel territorio italiano, così come sulle coste della Francia, in Slovenia e nell’area dei Balcani, spiega la Bernardi:

“«La causa — spiega Marina — è l’aria più umida e riscaldata che sale dall’Adriatico il quale, essendo poco profondo, favorisce un’evaporazione accelerata. Così si generano correnti impetuose che finiscono contro la barriera del Carso creando le condizioni ideali, con alta temperatura ed elevata umidità, per lo scatenarsi dei fulmini»”.

Per monitorare il fenomeno in Italia è stata installata una rete di 25 stazioni che rileva le scariche elettriche sul terreno in aree circolari dal diametro di 800 chilometri e che fino al 30 giugno ha registrato 736mila eventi, spiega la Bernardi:

“«In questo modo riusciamo anche a prevedere l’arrivo dei fulmini, sia pure con tempi diversi. L’attività elettrica dei grandi temporali portati dalle correnti atlantiche li anticipiamo anche di mezza giornata, mentre invece con i temporali di calore locali ci si limita a una o due ore, comunque utili per predisporre delle difese. Negli aeroporti, ad esempio, si possono mettere al sicuro i mezzi di rifornimento dei carburanti per gli aerei»”.

Le tempeste di fulmini non sempre però possono essere previste, spiega Caprara:

“Anche la National Lightning Detection Network, con le sue cento stazioni distribuite negli States e il centro di controllo a Tucson in Arizona, aveva seguito l’arrivo del maltempo su New York. Tuttavia ciò non ha impedito che il ponte di Brooklyn ne subisse le conseguenze”.

Ma questi fenomeni, conclude la Bernardi, fanno ormai parte del nostro clima:

“«L’estremizzazione del clima e dei fenomeni meteorologici conseguenti è ormai una realtà e questo provoca un’intensificazione dei fenomeni temporaleschi con un aumento consistente del numero dei fulmini rispetto al passato. Per il momento non c’è rimedio»”.