ROMA – Il maltempo estremo che sta colpendo anche l’Italia è la conseguenza del riscaldamento globale, secondo il climatologo Antonello Pasini del Cnr. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] L’esperto e docente di fisica del clima dell’Università Roma Tre. Un fenomeno che non riguarda solo l’Italia, con l’ondata di maltempo che ha colpito il Trentino, ma anche il resto del mondo tra il caldo inusuale in Canada e le fortissime piogge in Giappone, con molte vittime e danni.
Pasini ha spiegato che ormai siamo in un regime di riscaldamento globale e gli eventi estremi sono destinati ad aumentare sempre di più, anche perché “gli sforzi internazionali messi in campo sono per ora insufficienti”. Secondo l’esperto la prima considerazione da fare è sul ciclo dell’acqua:
“Il fatto che gli oceani diventino più caldi vuol dire che evaporano di più, il vapore acqueo va in atmosfera e c’è più materiale per formare più nubi. Inoltre – spiega Pasini – questo calore ceduto all’atmosfera è anche energia e l’atmosfera, che segue le leggi della termodinamica, non può far altro che scaricare questa energia sui territori dove passano queste nubi e questa pioggia”.
Pasini ha fatto riferimento anche agli studi sul tornado:
“Abbiamo fatto studi sui tornado e abbiamo visto come siamo già ad una soglia di innesco con solo un grado in più. Possiamo dire che con il riscaldamento globale questi fenomeni diventeranno sempre più violenti, con fluttuazioni di anno in anno e con una tendenza alla variabilità del clima. Ci saranno dunque zone dove pioverà di più e ci saranno cicloni tropicali più forti e per contro zone con più siccità e desertificazione”.
In questo quadro di variabilità, osserva Pasini, a soffrire di più saranno i paesi fragili economicamente. Ad esempio se l’uragano Katrina, che è stato un evento disastroso ma è avvenuto in un paese più strutturato come gli Stati Uniti, se fosse avvenuto in Bangladesh “sarebbe stata una ecatombe, la fine della vita e dell’agricoltura”. Insomma, sottolinea l’esperto “il cambiamento climatico colpisce tutti ma non è democratico, colpisce di più chi sta male”. Anche in Italia si vedono gli effetti del riscaldamento globale.
“Il Mediterraneo è una situazione di frontiera tra il Sahara e le perturbazioni del Nord Europa. Con il riscaldamento globale è cambiata la circolazione, l’anticiclone africano viene su violentemente e quando si ritira apre all’aria fredda dal Nord che crea i disastri che stiamo vedendo, l’ultimo a Moena. Stiamo incominciando a vedere i primi segnali di quello che ci aspetta in futuro, se si continua a non fare nulla. Dobbiamo ridurre i gas serra, potenziare l’economia circolare, preparare i territori e smettere di deforestare soprattutto nella fascia del Sahel, una zona in cui la desertificazione è galoppante, quella da dove arrivano le grandi immigrazioni. Gli impatti cambiamenti climatici sono variegati”.