Mar Tirreno, chi uccide delfini e balene? 80 esemplari morti in 2 mesi…

Pubblicato il 21 Marzo 2013 - 11:53 OLTRE 6 MESI FA

 

Mar Tirreno, chi uccide delfini e balene? 80 esemplari morti in 2 mesi…

ROMA – Una balena spiaggiata è morta sul litorale di Rosignano. Quasi 80 esemplari di delfini stenella morti sulle coste del Tirreno negli ultimi 2 mesi. Ad uccidere questi mammiferi marini potrebbe essere un’epidemia di morbillo o la fuoriuscita di sostanze tossiche da fusti smaltiti illegalmente nei mari. Greenpeace, dopo il caso della balena ritrovata il 19 marzo, tuona: “Una morta annunciata“. 

Alcuni pescatori già da giorni vedevano la balena spinta da onde e correnti avvicinarsi alla riva. Secondo i pescatori l’animale era già morto, mentre con un movimento irreale si avvicinava alla spiaggia di Cecina. Una balena lunga 17 metri e dal peso di 2,5 tonnellate la cui carcassa sarà analizzata per scoprire le cause della morte.

Ma la balena di Rosignano è solo l’ultima delle vittime tra i mammiferi delle coste del Tirreno. Negli ultimi 2 mesi circa 80 delfini stenella si sono spiaggiati e morti. Ora è giallo sulle cause dello sterminio di questi cetacei. Secondo alcuni biologi marini potrebbe trattarsi di un virus, il morbillo dei cetacei. Secondo Greenpeace invece ad uccidere delfini e balene sarebbe l’inquinamento: l’associazione punta il dito contro i 140 fusti contenenti rifiuti tossici andati persi dalla nave cargo Grimaldi al largo delle coste toscane.

I veterinari e i biologi marini dell’università di Padova e gli esperti dell’Arpat sono ora al lavoro per stabilire le cause della morte dei cetacei.  Altri accertamenti saranno eseguiti dall’università di Siena e dall’Istituto zooprofilattico di Pisa. Lo scheletro della balena poi potrebbe essere recuperato ed esposto nelle sale del museo naturale di Rosignano.

Greepeace intanto parla di “morte annunciata” e denuncia “il grave degrado del Santuario dei Cetacei“: “Dopo che negli ultimi mesi, lungo le coste del Tirreno abbiamo assistito a una vera e propria moria di cetacei: quasi 80 gli esemplari di stenella (una specie di delfino) spiaggiati fino ad oggi”.

Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare dell’associazione, afferma: “Non esistono regole per limitare l’inquinamento proveniente dalla costa e il traffico marittimo. Purtroppo l’accumulo di agenti inquinanti può debilitare questi animali tanto da abbassarne le difese immunitarie e renderli suscettibili a infezioni che possono anche causarne la morte”.

E a rischio, per l’associazione, non sono solo i cetacei del Santuario ma l’intera catena alimentare: le analisi effettuate da Greenpeace nel 2010 sulle sogliole pescate al largo della costa toscana e ligure ”evidenziavano la presenza di idrocarburi policiclici e metalli pesanti anche oltre i limiti consentiti”.

La Monti ha poi concluso: “E’ ora che le Regioni Toscana e Liguria si attivino davvero per tutelare il Santuario dei Cetacei. Greenpeace da tempo ha indicato quale dovrebbe essere la strada da percorrere, ma nonostante la promessa di un tavolo tecnico fatta nel 2011 dai Presidenti delle Regioni, ad oggi ancora nulla è stato fatto. E queste morti ne sono la triste conseguenza”.