Verso l'asta delle frequenze tv. Un regalo per Rai e Mediaset?

Pubblicato il 14 Aprile 2012 - 21:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Settimana decisiva, la prossima, per la gara sulle frequenze per il digitale terrestre che il governo si appresta ad indire, annullando contestualmente il beauty contest. Il decreto legge sarebbe pronto e dovrebbe essere approvato entro il 20 aprile, quando scade la sospensione della procedura per l'assegnazione gratuita decisa dal ministero per lo Sviluppo Economico. La Commissione europea ha gia' espresso informalmente un parere positivo sul documento che seguirebbe la linee dettate da Bruxelles in particolare in tema di concorrenza, anche se per il via libera ufficiale si attendono nuovi elementi. In Italia il clima resta comunque teso. Mediaset protesta per la strada intrapresa del governo: ieri lo ha fatto il presidente Fedele Confalonieri, mentre nei giorni scorsi era stato il consigliere di amministrazione Gina Nieri a definire ''illegale'' lo stop all'assegnazione gratuita dei multiplex.

Il 14 aprile però è il leader Idv Antonio Di Pietro a chiedere chiarimenti al governo su un possibile nuovo ''regalo'' a Rai e Mediaset, annunciando un'interrogazione parlamentare al ministro Corrado Passera. Con l'aggiornamento del codice delle Comunicazioni varato recentemente dal Governo, in attuazione della direttiva europea in materia, Rai, Mediaset e H3G potrebbero chiedere la trasformazione delle frequenze Dvb-H acquistate per i videofonini che gia' detengono, in Dvb-T, cioe' in frequenze utilizzabili per il digitale terrestre. Una trasformazione che sarebbe resa possibile dal principio della neautralita' tecnologica, richiamato nel codice, che consentirebbe di chiedere la conversione delle frequenze ad Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni e al Ministero dello Sviluppo economico.

Il decreto legislativo, ora al vaglio del Parlamento per il parere, darebbe un'opportunità in più alle emittenti, ma la trasformazione non sarebbe automatica. Già nel 2011, visto che il Dvb-H e' considerata una tecnologia ormai obsoleta, H3g ne aveva chiesto la conversione, ma l'Agcom non l'aveva concessa. Fatto sta che, qualora Rai e Mediaset chiedessero ed ottenessero la trasformazione, raggiungerebbero i 5 multiplex a testa, numero massimo consentito dall'Unione Europea, e non potrebbero partecipare all'asta per le nuove frequenze. Per questo c'e' chi teme che, verificandosi questa eventualita', la gara possa andare deserta o quasi, anche considerando le difficolta' economiche o la scarsa propensione agli investimenti di molti incumbent.

La stima di 1-1,2 miliardi di introiti, ipotizzata da Mediobanca, potrebbe quindi non risultare piu' realistica a meno di immaginare la partecipazione di soggetti stranieri, come i colossi dell'intrattenimento Usa di cui piu' volte in passato si e' ventilato l'ingresso nel mercato italiano.

In ogni modo le frequenze da assegnare dovrebbero essere divise in due pacchetti: quelle della banda 700 Mhz,che in base alla Conferenza mondiale di Ginevra dal 2015 potranno essere destinate anche alla banda larga mobile, dovrebbero essere oggetto di un'assegnazione 'a termine', probabilmente di tre anni, e dunque essere messe a gara separatamente con introiti presumibilmente inferiori. Un maggior incasso dovrebbe garantire invece l'assegnazione delle frequenze destinate esclusivamente ai servizi tv, assegnabili invece per un periodo piu' lungo. Il Pd ha chiesto con una mozione depositata alla Camera di assegnare parte delle frequenze alle tv locali. Una linea sposata anche dall'Idv. ''Ci batteremo per consegnare al Paese un sistema radiotelevisivo finalmente pluralista e innovativo'', afferma battagliero Di Pietro.