“Gli anni dell’edonismo reaganiano”: Roberto D’Agostino su La Stampa

Pubblicato il 6 Febbraio 2011 - 13:03| Aggiornato il 7 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nell’era di Barack Obama negli Stati Uniti è tornato in auge il mito di Ronald Reagan: in un articolo pubblicato sulla Stampa, Roberto D’Agostino parla dell’edonismo reaganiano, che è stato recentemente celebrato anche da molti intellettuali, da Beppe Vacca a Gianni Vattimo.

All’inizio, pare soltanto un tormentone di «Quelli della notte», gag priva di senso, battuta demenziale, sandwich di termini, anche astrusi. Invece, sorpresa, l’Edonismo Reaganiano travalica il piccolo schermo e gli addetti alle opinioni di massa dichiarano che non è solo un goliardico scherzo catodico ma il piedino di porco per penetrare nella Weltanschauung degli Anni 80.

Apre il varco il filosofo Gianni Vattimo, oracolo del nichilismo post-moderno e agit-prop del «pensiero debole», celebrando la nuova etichetta su La Stampa con un editoriale che si intitola proprio Edonismo Reaganiano. Ma i consensi dotti e intellettuali all’uso e abuso dello slogan provengono anche da voci più ortodosse. Dice Giuseppe Vacca, deputato comunista e pensatore di un certo impegno: «Apprezzo molto questa formula. Sono riusciti a nominare “la cosa” con un linguaggio metaforico tutt’altro che banale. Credo che il loro sia il primo contributo di pensiero critico diffuso attraverso i mezzi di comunicazione di massa, particolarmente utile per la percezione dei cambiamenti che stiamo vivendo». Ancora. «Non si capisce di questi Anni 80 se non si prende atto di questi cambiamenti e si continua a ragionare come negli Anni 70», osserva il filosofo Salvatore Veca []